Al Poetto c’è un pezzetto di spiaggia di pochi metri che tutti i cagliaritani, da generazioni, chiamano “il buco”. Si tratta di una striscia di sabbia fra uno degli stabilimenti balneari storici della spiaggia dei centomila, il Lido e quello della Marina Militare.

Qui la sabbia è rimasta, come un tempo, bianchissima e finissima: le due strutture parallele degli stabilimenti hanno permesso che si mantenesse quasi intatta, pre-ripascimento.
Questo piccolo angolo di nessuno, in realtà è sempre stato di tutti: spesso utilizzato per entrare di straforo al Lido senza pagare il biglietto, qui vige da sempre un ordinato disordine. Niente ombrelloni monocolore piantati a pochi cm di distanza come negli stabilimenti lì vicino, niente guardiani pronti a controllare l’acquisto o meno del biglietto d’ingresso, niente di niente, solo sole, spiaggia, mare.
Un luogo di ricordi per generazioni di cagliaritani che lo hanno sempre vissuto come spazio libero e comunitario. Un “buco” che viene vissuto ancora oggi, fragile e prezioso, come simbolo del Poetto di un tempo che ancora resiste.
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