Grande soddisfazione per la neodottoressa Francesca Contu che, a solo una settimana dalla laurea, trova lavoro come educatrice. Per la ventitreenne di Bari Sardo Francesca Contu la laurea rappresenta, oltre al conseguimento di un titolo, anche la conclusione di un percorso di studi iniziato tre anni fa e portato a termine con grande impegno e ottimi risultati.

Come descriveresti il tuo percorso universitario?

Il mio percorso universitario è stato abbastanza lineare. Ovviamente ci sono stati alti e bassi ma il mio desiderio di diventare e lavorare un giorno come educatrice mi ha donato la grinta necessaria per andare avanti e non arrendermi mai.

Durante questa carriera universitaria qual è stata la tua soddisfazione più grande?

Ho iniziato la carriera universitaria avendo poca fiducia nelle mie capacità perché demoralizzata dal percorso scolastico precedente. Nel corso degli anni ho però compreso di avere tanto da dare e da dimostrare e che, con il dovuto impegno, sarei riuscita a raggiungere tutti gli obiettivi che mi ero preposta. Per cui, la mia soddisfazione più grande è stata proprio quella di aver imparato a credere in me stessa.

Dove hai svolto il tuo tirocinio?

Ho svolto il tirocinio presso una comunità minorile, al cui interno avevo il compito di seguire e supportare i ragazzi durante le loro attività quotidiane. Questa esperienza è stata molto importante perché mi ha concesso di vivere una realtà di cui avevo sempre sentito parlare ma che non conoscevo realmente.

Avresti mai immaginato di riuscire ad ottenere un lavoro in così breve tempo? Come hai fatto?

Ovviamente no. Viste le prospettive lavorative attuali, a 23 anni, non speravo minimamente di trovare lavoro ad una settimana dalla laurea. Tuttavia, sono venuta a conoscenza di una cooperativa che ricercava la mia figura. Così mi sono proposta e dopo un colloquio ho ricevuto il tanto atteso primo contratto di lavoro. A circa tre settimane dall’inizio posso dire che il lavoro mi piace tanto; mediante esso posso esprimermi al 100% e mi sento dunque davvero soddisfatta.

Tornando all’ università sono nate collaborazioni o amicizie che pensi di coltivare?

Una delle gioie più grandi che questo percorso mi ha dato è stata proprio quella di conoscere persone con cui ho stretto un ottimo legame di amicizia e che ho intenzione di portare avanti.

Che consigli daresti a chi vuole scegliere il tuo stesso percorso universitario?

A chi ha intenzione di scegliere il mio stesso indirizzo universitario consiglio di non abbattersi di fronte alle avversità che questo percorso ti pone davanti perché, il lavoro per il quale ti prepara, ricompenserà di tutti i sacrifici fatti.

Progetti per il futuro?

Per il momento le mie intenzioni sono quelle di vivere al meglio questa esperienza, con il  tempo si vedrà.

Una folla immensa, il silenzio interrotto solo dalle lacrime e dai singhiozzi, un cielo colmo di palloncini bianchi e un unico, semplice messaggio: “Ciao Mariano”. Si sono svolti oggi pomeriggio, nella chiesa di San Giorgio Martire di Sestu, i funerali di Mariano Olla, il giovane di 16 anni trovato senza vita sabato mattina nelle acque tra Su Siccu e il lungomare di Sant’Elia, a Cagliari.

Attorno al feretro, coperto da fiori bianchi, si è stretta una comunità intera, colpita nel profondo da una tragedia che ha scosso tutti. Decine e decine di amici, coetanei, compagni di scuola e semplici cittadini hanno affollato la chiesa e lo spazio antistante, in un silenzioso e composto abbraccio alla famiglia del ragazzo. Mariano aveva appena terminato la terza classe dell’Istituto “Meucci” di Cagliari.

La cerimonia è stata officiata dall’arcivescovo monsignor Giuseppe Baturi, affiancato dal parroco don Sergio Manunza e da altri due sacerdoti. Proprio don Manunza ha introdotto il rito con la recita del Padre Nostro, pronunciato a voce bassa sulla soglia della chiesa, in un momento carico di emozione.

Durante l’omelia, monsignor Baturi ha scelto parole che potessero offrire un briciolo di conforto nel dolore: «È difficile comprendere la morte, ancor più quella di un giovane. È il mistero della vita, che può finire anche troppo presto. Ma Gesù, passando per la morte, ci mostra che dove l’uomo non può più arrivare, Dio ci aspetta. Nessuna vita è sprecata. I morti non si perdono: restano in noi, come Mariano, in attesa di un nuovo incontro».

Al termine della funzione, il feretro è stato accompagnato in corteo verso il cimitero del paese. Ad accompagnare l’ultimo saluto, un lancio di palloncini bianchi che si sono levati nel cielo grigio del tardo pomeriggio, mentre gli applausi rotti dalle lacrime hanno segnato un commiato doloroso ma pieno d’amore. La morte di Mariano ha lasciato un vuoto profondo tra i suoi coetanei, che oggi si sono trovati a confrontarsi con la crudeltà di un destino che ha portato via uno di loro nel pieno della giovinezza, quando tutto sembrava ancora da scrivere. Oggi, a Sestu, il tempo si è fermato per ricordarlo.