«Da 70 giorni la Sardegna non ha una Giunta regionale. Votare il centrodestra significa votare gente che vince e il giorno dopo se ne fotte. Li conosciamo bene, non vale solo per voi, chiamate i vostri amici e parenti in Basilicata, anche lì devono fare la Giunta e anche lì ha vinto il centrodestra». È durissimo l’affondo di Luigi Di Maio nei confronti del centrodestra e della Giunta sarda guidata dal presidente Christian Solinas.

«Vedrete che tireranno avanti fino alle Europee prima di nominare gli assessori per farsi bene i loro conti – ha aggiunto Di Maio -. Sono una coalizione molto vasta con tanti interessi dietro e stanno prendendo tempo per questo motivo».

Oltre a questo affondo il vicepremier ha preso le distanze  dal suo alleato di governo, sul caso Siri e sulla castrazione chimica che definisce un inganno in quanto applicabile solo per reati non gravi e comunque solo se il condannato decide spontaneamente di sottoporvisi.

Diversi i temi trattati sulla futura attività di Governo del Movimento Cinque Stelle. Uno di questi riguarda il lavoro, ambito di competenza dello stesso ministro Di Maio: «Il nostro obiettivo è lo stipendio minimo a 9 euro in tutta Europa così da evitare la delocalizzazione».

Un tema che riguarda da vicino anche la Sardegna è quello delle nomine dei dirigenti pubblici, della Sanità in particolare. «Faremo una legge per vietare ai parlamentari, ai politici nazionali e regionali, di nominare i vertici della sanità – ha assicurato il capo politico del M5S -. Sono cariche che non devono essere nominate dalla politica».

Poi due promesse da parte di Di Maio: «Con una legge costituzionale faremo in modo che d’ora in poi un qualsiasi cittadino potrà proporre una legge che se sarà firmata da 500.000 persona sarà sottoposta a referendum e se il referendum dice sì, la legge è legge. Con il referendum propositivo senza quorum non ci servono più 1000 parlamentari. Vi prometto che entro settembre un terzo dei parlamentari sparirà. Saranno 347 in meno».

Al termine del discorso, il ministro si è incontrato in una sala del Municipio di Assemini, con i rappresenti sindacali delle aziende sarde coinvolte nelle più importanti vertenze in atto: da Sardinia Green Island a Porto Canale, da Ex Alcoa a Eurallumina. Come sempre il ministro si è dimostrato poco disponibile a parlare coi giornalisti.

Al minuto 44′:56″ del video l’affondi di Di Maio alla Giunta Solinas:

PD, Silvio Lai eletto nuovo segretario regionale.

Il Partito Democratico della Sardegna ha un nuovo segretario regionale: il deputato Silvio Lai. La sua nomina, avvenuta per acclamazione durante l’assemblea del partito tenutasi nella sala Congressi di Tramatza, segna una svolta unitaria all’interno della formazione politica. L’elezione di Lai è stata il culmine di un’assemblea iniziata con due ore di ritardo, necessarie per trovare un accordo sulle altre cariche da nominare e per consolidare il consenso attorno alla sua figura.

La scelta di Lai, fortemente voluta dall’uscente segretario Piero Comandini, si inserisce in un contesto di continuità e coesione. Comandini ha sottolineato come la fase precedente, iniziata con le primarie, si sia conclusa con una vittoria alle elezioni regionali, risultato di una profonda unità interna. A suo avviso, questa stessa unità deve perdurare e rafforzarsi per sostenere l’attuale maggioranza che governa la Regione Sardegna. “Silvio Lai è la figura che propongo”, ha detto Comandini, “e sono sicuro che lavorerà bene con esperienza e sarà inclusivo”. Il mandato di Lai, in questa fase di transizione, durerà almeno fino al congresso del 2027.

L’assemblea non ha solo confermato l’elezione di Lai, ma ha anche sancito un’altra importante nomina. Per acclamazione è stata eletta anche la nuova presidente del partito, Giovanna Scanu, che prende il posto del presidente uscente Giuseppe Meloni. Scanu, già vice presidente uscente, rappresenta un altro elemento di continuità e stabilità per il PD sardo, un segnale che il partito intende procedere compatto e coeso verso le sfide future. Le nomine di Lai e Scanu mostrano la volontà di mantenere una leadership forte e unita, pronta a sostenere l’azione di governo e a preparare il terreno per i prossimi appuntamenti politici. La scelta dell’acclamazione, in un momento cruciale per la politica sarda, è un chiaro segnale di compattezza e di fiducia nelle figure designate a guidare il partito.