(VIDEO) “Qualcuno salvi Fat Rat!”: topo obeso si incastra in un tombino. Intervengono i vigili del fuoco

#Mondo La segnalazione è arrivata da una ragazza che ha chiamato i Vigili del Fuoco vedendo un topo sovrappeso letteralmente incastrato in un tombino. Ci sono volute 9 persone per liberare quello che è stato ribattezzato Fat Rat. Il VIDEO del salvataggio è diventato virale
Una chiamata davvero insolita per i vigili del fuoco della città tedesca di Bensheim: un topo cicciottello è rimasto incastrato in un tombino, senza possibilità di muoversi né in giù né in su. La storia è diventata virale e il video del salvataggio è finito su Youtube. Ci son volute ben nove persone tra vigili del fuoco e volontari di un’organizzazione per il soccorso di animali per salvare il topo. Ore di agonia per Fat Rat, come è stato battezzato sul web, ma la storia ha un lieto fine.
Michael Sehr, uno dei soccorritori, ha detto: “Aveva un sacco di ciccia invernale ed era bloccato sul fianco, senza riuscire a andare né avanti, né indietro”. E in molti si sono chiesti come mai avessero salvato un topo. “Perfino gli animali più odiati meritano rispetto”. La chiamata di soccorso è stata fatta da una ragazza che aveva visto il topo incastrato e i vigili del fuoco sono intervenuti subito alzando il tombino e riuscendo a liberare l’animaletto in sovrappeso.

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Cagliari, fermati tre scafisti algerini per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

I tre, poco più che ventenni, identificati come presunti scafisti, sono stati rintracciati dopo essersi allontanati dal centro di primo soccorso e accoglienza di Monastir
La Polizia di Stato di Cagliari ha eseguito il fermo di tre cittadini algerini, poco più che ventenni, gravemente indiziati del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I tre, identificati come presunti scafisti, sono stati rintracciati nel centro cittadino dopo essersi arbitrariamente allontanati dal centro di primo soccorso e accoglienza di Monastir, dove erano stati condotti in seguito allo sbarco avvenuto nei giorni scorsi sulle coste del sud Sardegna.
Il fermo arriva nell’ambito di un’intensa attività investigativa scattata dopo uno degli sbarchi registrati il 2 giugno scorso, quando una piccola imbarcazione con dieci migranti a bordo è approdata sulle spiagge di Teulada. Le indagini, condotte dagli agenti della Squadra Mobile con il supporto degli operatori di FRONTEX, hanno permesso di ricostruire il viaggio e le responsabilità dei tre presunti scafisti.
Secondo quanto accertato, i tre indagati avrebbero dovuto condurre due imbarcazioni partite dalla zona di Annaba (Algeria) con a bordo un totale di 20 migranti. Durante la traversata, una delle due imbarcazioni ha subito un guasto al motore. I tre, secondo le testimonianze raccolte e i video acquisiti, avrebbero deciso di abbandonare il natante in avaria, lasciando alla deriva dieci persone a circa 70 miglia dalle coste algerine. In quei drammatici momenti, due dei presunti scafisti avrebbero minacciato gli altri passeggeri con un coltello per salire sul barchino funzionante e proseguire la traversata, abbandonando gli altri in mare aperto.
La richiesta di soccorso per i migranti rimasti alla deriva è stata inoltrata alla Capitaneria di Porto di Cagliari, che ha attivato le operazioni di ricerca aerea nelle aree di competenza nazionale. Al momento, però, le ricerche non hanno dato esito positivo.
Nel frattempo, un altro cittadino algerino è stato tratto in arresto dalla Polizia di Stato per aver violato il divieto di reingresso nel territorio nazionale, precedentemente disposto dal Questore.
Tutti i migranti sbarcati nei giorni scorsi, circa 200 in totale, sono stati sottoposti alle procedure di identificazione e screening sanitario presso il centro di Monastir, grazie all’incessante lavoro del personale dell’Ufficio Immigrazione della Questura, della Polizia Scientifica e dei medici dell’ASSL di Cagliari.
I tre fermati, considerati a rischio fuga e gravemente indiziati, sono stati condotti presso la casa circondariale di Uta, dove si trovano a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Quest’ultima ha convalidato il fermo disponendo la misura cautelare della detenzione in carcere.

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