Sanità sarda. Botta e risposta fra la ministra Grillo in Sardegna e l’assessore Arru

Sulla spesa sanitaria, la ministra ha precisato: «Dai dati relativi al 2016 emerge che i livelli essenziali di assistenza della Sardegna non sono stati soddisfatti, soprattutto a livello di prevenzione, assistenza ad anziani e posti letto per lungodegenza e riabilitazione».
La sanità sarda al centro della visita della ministra della Salute Giulia Grillo in Sardegna. La ministra, nell’Isola per sostenere Francesco Desogus, candidato governatore per il Movimento 5 Stelle, ieri ha incontrato a Cagliari i giornalisti.
Spesa sanitaria, chiusura ospedali e punti nascita i temi affrontati dalla ministra. «La Regione Sardegna spende quasi 4 miliardi di euro in sanità rispetto a una popolazione di 1,6 milioni di abitanti: questo vuol dire che si spende male – ha dichiarato Giulia Grillo – Bisogna quindi capire gli errori fatti a livello di programmazione e gestione che hanno portato a non avere risultati in termini di salute».
Sulla spesa, la ministra ha precisato: «Dai dati relativi al 2016 emerge che i livelli essenziali di assistenza della Sardegna non sono stati soddisfatti, soprattutto a livello di prevenzione, assistenza ad anziani e posti letto per lungodegenza e riabilitazione».
«Rispetto ai cinque punti nascita sub standard – La Maddalena, Alghero, Sirai Carbonia, Nostra Signora Mercede di Lanusei, Bonaria di San Gavino – la Regione Sardegna non ha mai chiesto parere di deroga al Comitato punti nascita nazionale. Non so se qui è stato riferito perché puntualmente viene detto che è il ministro che vuole chiudere, ma sappiate che la Regione non ha mai presentato richiesta di deroga. Una volta chiesta – ha spiegato la ministra – il Comitato tecnico può avviare un’interlocuzione con la Regione e prescrivere una serie di azioni con le quali arrivare al punto di tenere aperto quel determinato punto nascita. In altre regioni è accaduto».
Sulla visita della ministra Grillo in Sardegna, non ha risparmiato le parole l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru. Critico sulle modalità della visita e sui contenuti, Arru non ha accolto con favore le dichiarazioni sulla chiusura dei punti nascita e ha risposto alla ministra della Salute: «La Ministra ignora che la richiesta di deroga per i punti nascita, segue una procedura precisa che passa attraverso il Comitato Regionale Percorso Nascita, e il Comitato Nazionale Percorso Nascita, procedura effettuata da ginecologi e pediatri indipendenti dal livello politico. La richiesta comporta come saprà la Ministra, la chiusura dei punti nascita in attesa della valutazione istruttoria sul singolo centro ostetrico. Dovrebbe sapere che politicamente ho chiesto la deroga, anche in ottemperanza alle osservazioni che il Ministero della Salute ha fatto sulla delibera della rete ospedaliera presentata nel 2017».
«Le affermazioni da lei rilasciate confermano che non è a conoscenza della Sanità sarda. Contraddice le dichiarazioni programmatiche del suo insediamento, in cui dichiarava che si impegnava ad applicare uniformemente il Dm 70, che è molto chiaro sugli standard qualità degli ospedali e sulla sicurezza dei punti nascita».
E infine, sulla spesa sanitaria sarda: «Su che base dichiara che spendiamo troppo e male? Non è stata informata sul monitoraggio della spesa sanitaria, in cui riusciamo a coprire i 350 milioni di disavanzo (eredità della giunta di centro destra), oltre ad aver fatto emergere, grazie alla corretta amministrazione Ats, 500 milioni di ammortamenti non sterilizzati? Forse non sa ma glielo spieghiamo noi, – conclude l’assessore – che abbiamo provveduto a pagare 170 milioni per farmaci anti epatite C e che non applichiamo ticket sui farmaci, unica regione in Italia, assieme al Friuli Venezia Giulia».

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