I pazienti affetti da disabilità psico-sociale del Centro di psichiatria di consultazione e psicosomatica dell’ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari, hanno organizzato una mostra fotografica dal titolo “Humans of the Island”, in corso presso l’Aula rossa della Cittadella dei Musei fino all’8 febbraio.

Il tema è incentrato sui migranti che giungono da noi in cerca di una nuova vita, ma anche dei sardi che cercano fortuna altrove. Dunque, storie di migrazione ed emigrazione. «L’obiettivo è quello di far conoscere e raccontare le storie e le esperienze di queste persone, creando una rete tra differenti realtà culturali e sociali – racconta uno degli organizzatori, che preferisce restare anonimo – È un messaggio di integrazione sociale e di sostegno al legame con la terra di origine per chi è partito. La mostra è visitabile fino a venerdì 8 febbraio dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00».

Un’immagine tratta dalla mostra

Il nome della mostra, appunto “Humans of the island”, è poi anche il nome di un progetto che rientra nelle diverse attività svolte dal Centro culturale “la Virgola”, presso l’ospedale San Giovanni di Dio. Gli utenti e gli operatori, in collaborazione con l’associazione “Università europea del Mediterraneo”, e con il supporto del Comune di Cagliari e della Fondazione di Sardegna, hanno dato vita a un processo di inclusione sociale e lavorativa. Questo ha permesso a diversi pazienti con disabilità psico-sociale di gestire e promuovere (con il supporto degli operatori) diverse attività culturali utili alla comunità.

Il progetto si ispira ad alcuni studi psicosociali condotti dal professor Mauro Giovanni Carta (direttore del Centro sopra citato) insieme ai suoi collaboratori e a diversi studenti dell’Università di Cagliari, sullo stato di salute dei sardi che hanno lasciato l’isola e indaga come le popolazioni che migrano si adattano a differenti contesti socio-culturali; questi studi sono stati condotti a Parigi, Buenos Aires, Rosario, Mar del Plata e Rio de Janeiro.

Luigia Mercalli, conosciuta affettuosamente come Lisetta, ha raggiunto a febbraio scorso il prestigioso traguardo dei 110 anni, e, questo dicembre è entrata di diritto tra le dieci persone più longeve d’Italia. Originaria di Carloforte, dove è nata il 17 febbraio 1915, Luigia rappresenta oggi la donna più longeva della Sardegna.

Foto di Pierino Vargiu

Insegnante per 46 anni, ha dedicato la vita all’educazione, iniziando con economia domestica, contabilità e merceologia, per poi passare all’educazione tecnica. Trasferitasi a Cagliari nel 1951, ha lasciato un segno indelebile nella comunità scolastica, diventando un punto di riferimento per generazioni di studenti.

Foto di Pierino Vargiu

Lucida, elegante e sempre sorridente, Lisetta ha condiviso con chi le ha fatto visita scorci della sua lunga esistenza, fatta di momenti felici ma anche di difficoltà straordinarie. Ha vissuto due pandemie – l’influenza “spagnola” e il Covid – e gli anni durissimi della Seconda Guerra Mondiale, durante i bombardamenti del 1943 a Carloforte, quando si prese cura dei feriti e vegliò su chi non ce l’aveva fatta.

“Mi sono sposata a 36 anni, con Luigi Quaquero, senza la c”, precisa con il consueto garbo Luigia, che oggi continua a incarnare forza, vitalità e tempra straordinaria.  Le immagini della signora, firmate dal fotografo Pierino Vargiu, ambasciatore della longevità in Sardegna, catturano la grazia e la vivacità di un’ultracentenaria che continua a essere simbolo di eleganza e memoria storica della sua terra.