Tonno rosso con prezzo da record in Giappone. Un esemplare di quasi 300 chili è stato venduto all’asta, la prima del 2019, nel nuovo mercato del pesce di Tokyo per la cifra di 2,7 milioni di euro (9700 euro al chilo, ndr).

Il facoltoso acquirente che si è aggiudicato il pregiato esemplare, catturato nelle acque giapponesi, non è nuovo a questo tipo di spese pazze. Si tratta infatti di Kiyoshi Kimura, proprietario della nota catena di ristoranti di sushi Zanmai; è sempre suo il primato in sette delle prime otto aste dell’anno che si sono svolte dal 2011, così come il record precedente a questo, quando nel 2013 versò circa 1,2 milioni di euro per un tonno. L’imprenditore del sushi è disposto a pagare queste somme vertiginose, perché, sostiene attirino i media risultando per lui più efficaci di una pubblicità a pagamento.

La vendita è stata conclusa nei nuovi locali del mercato di Tokyo, la prima che si è tenuta in questo nuovo spazio.

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.