(VIDEO) Dossier Caritas: laureati, over 65 e maschi single i nuovi poveri a Cagliari
Presentato a Cagliari il dossier delle attività della Caritas diocesana di Cagliari, numeri importanti e nuovi servizi, cambia l'approccio all'aiuto: meno assistenzialismo e sempre più strategie per creare nuovi posti di lavoro. Continuano ad aumentare le richieste di aiuto, non sembra che la crisi sia alle spalle.
Monsignor Miglio: «Dare direttamente del reddito a chi non lavora significa appiattire la società, no all’assistenzialismo, è necessario valorizzare le potenzialità e favorire la creazione di opportunità di lavoro» questo il riferimento neanche troppo velato dell’arcivescovo di Cagliari al reddito di cittadinanza. Stamattina al Mam di Cagliari è stato presentato il dossier della Caritas diocesana di Cagliari, sono stati forniti i dati relativi all’attività dell’organismo pastorale della CEI, dell’attività svolta dal ottobre 2017 a settembre 2018. Sono oltre 18mila le persone che si sono rivolte ai servizi della Caritas, di queste l’85 per cento sono italiane. Circa 1500 i volontari, un’ottantina di dipendenti della Fondazione San Saturnino, invece coloro che hanno reso possibile gli interventi.
210.443 i pasti totali distribuiti in un anno, inoltre il Centro diocesano di assistenza ha distribuito 8mila pacchi viveri , medicinali, abbigliamento, prodotti per l’infanzia, giocattoli e altri beni di prima necessità a 1467 famiglie. Non solo beni materiali, ma centri di ascolto, assistenza legale e sanitaria, emergenza abitativa. Tra i 48 servizi, spicca l’importante contributo della Fondazione anti-usura: con una media di 300 ascolti l’anno, che, dall’avvio dell’attività nel 2004, ha istruito 456 pratiche andate a buon fine, per un importo finanziario di 7 milioni e 100mila euro di fondi pubblici. Tre le novità di quest’anno, lo scorso novembre sono stati istituiti il Centro d’ascolto giovani e l’Impresa sociale Lavoro insieme s.r.l., finalizzata a promuovere e sostenere le nuove idee riguardanti il lavoro. La terza novità riguarda la coprogettazione sociale, che vede la Caritas diocesana e una rete partner di associazioni e realtà pubbliche – Ozanam, Donne al traguardo, le suore Figlie della carità, la Fondazione Caritas San Saturnino, il Comune di Cagliari – impegnate, tutte insieme, accanto ai senza dimora, alle persone più fragili, emarginate, grazie a una serie di strutture di accoglienza sparse nel territorio diocesano.
«C’è stato un importante cambiamento dell’atteggiamento della Caritas in quest’ultimo periodo – ha spiegato Don Marco Lai, Direttore della Caritas Diocesana di Cagliari- non si può più vedere l’aiuto come semplice assistenza. Si devono studiare i fenomeni socioeconomici, studiare le strategie più efficaci affinché la persona esca dall’assistenza, e raggiunga un’autonomia economica». E di lavoro come strumento di sviluppo della persona umana ha parlato anche Monsignor Miglio: «Il lavoro non deve essere visto più solo come lo strumento che ci procura il pane – ha dichiarato l’Arcivescovo di Cagliari- ma un mezzo attraverso il quale sviluppare le proprie potenzialità». Sono emersi nuovi elementi anche dall’analisi del profilo delle persone che si rivolgono alla Caritas: in netta maggioranza sono uomini, il 62 per cento circa. La fascia d’età prevalente nelle situazioni di disagio riguarda persone di età compresa tra i 35 e 44 anni.
Si nota un notevole incremento delle persone con oltre 65 anni, pari 4,8 punti in più rispetto all’anno precedente. Prevalgono i single, celibi o nubili. Per ciò che riguarda il problema abitativo, i senza dimora sono intorno la 43,8 per cento. Proprio in merito ai senza dimora, Miglio riferendosi alla recente chiusura del centro Giovanni Paolo II ha ricordato « spesso dalle situazioni più critiche nascono le opportunità, i senza dimora che alloggiavano al Centro sono stati sistemati in strutture più piccole, più accoglienti, diffuse sul territorio». Un dato che fa riflettere è quello relativo alla percentuale di persone istruite che chiede aiuto alla Caritas, cresce infatti il numero di laureati o col diploma universitario che arrivano al 4 per cento. «Contrariamente alla percezione comune- ha affermato Francesco Manca, responsabile del Centro Studi Caritas- la percentuale degli immigrati che si rivolgono ai servizi Caritas, è solo il 3,3 per cento. Una percentuale davvero di ridottissima di persone, in prevalenza provenienti dall’Africa, probabilmente l’atteggiamento dei media spinge a pensare che il disagio sia diffuso soprattutto tra gli immigrati, mentre la stragrande maggioranza degli utenti della Caritas è di origine italiana». Dopo la presentazione del dossier, Sergio Lecis ha suonato per i presenti musiche natalizie con le sue launeddas.
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