I siti italiani Patrimonio dell’Unesco sono il tema scelto per l’edizione 2019 del Calendario Storico dell’Arma dei Carabinieri: il prossimo anno, infatti, ricorreranno il 40esimo anniversario dell’inserimento del primo sito italiano nel Patrimonio mondiale dell’Umanità e i 50 anni dall’avvento dei Carabinieri per la tutela del Patrimonio culturale. All’interno del calendario, nel mese di maggio, è rappresentata anche la Sardegna con il complesso nuragico di Barumini.

Come di consueto, ad accompagnare il calendario c’è anche l’agenda, giunta alla 40esima edizione e quest’anno incentrata sul tema “I Carabinieri nella letteratura italiana”, con riferimenti alle opere di Costantino Nigra, Carlo Collodi, Edmondo De Amicis e Leonardo Sciascia. I contenuti possono essere consultati mediante codici QR, leggibili con smartphone e tablet, che rimandano alle pagine del sito www.carabinieri.it e dei social network istituzionali.

La presentazione, avvenuta contemporaneamente ad altre città italiane, è stata fatta stamattina a Cagliari dal Colonnello Luca Menniti presso il Comando provinciale

Nella penombra intensa e carica di emozione del Piccolo Teatro Grassi, il commiato a Ornella Vanoni si è trasformato in un momento di rara delicatezza. Al termine dell’omelia, le note di “L’appuntamento” hanno attraversato la sala sospese nella voce della tromba di Paolo Fresu, che ha voluto omaggiare così una delle interpreti più amate della musica italiana.

Ornella Vanoni e Paolo Fresu pH Facebook Paolo Fresu

Un gesto intimo, profondamente personale, che l’artista sardo ha spiegato sul suo profilo FB con parole che hanno commosso l’Italia intera: “Ci sono parole dette e parole date.
Ornella amava la Sardegna e i sardi.
Li amava perché questi danno parole che mantengono e che pesano, seppure le parole importanti e le promesse fatte debbano essere di tutti gli uomini del mondo.
Le nostre sono state intime e private e pertanto in quel luogo comune andavano preservate.
In tantissimi, in questi giorni tristi, mi hanno chiesto morbosamente se avrei suonato al funerale e cosa.
Ho schivato interviste e dichiarazioni, perché ritenevo dovesse essere così, e perché il dolore e l’intimità non hanno mai le giuste parole.
Non so perché mi abbia chiesto di suonare 𝐋’𝐀𝐩𝐩𝐮𝐧𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 né, a mia volta, glielo ho voluto chiedere.
Scorrendo il testo potrei comprendere ma ancora una volta le parole, quelle dette e quelle date, vanno solo masticate dentro.
So solo che domani è un altro giorno e che prima o poi, in uno di questi, ci rincontreremo.
Grazie Ornella,
per avere illuminato una fetta di mondo.
Paolo.”

Intorno a questo saluto struggente, una folla silenziosa e composta ha continuato a scorrere senza sosta. Sono state circa 9.000 le persone che, nell’arco di due giorni, hanno attraversato il teatro per rendere omaggio all’artista scomparsa. Una camera ardente essenziale, ma intrisa della stessa forza poetica che ha caratterizzato tutta la vita di Vanoni: fan di ogni età, volti dello spettacolo, colleghi, cittadini comuni hanno voluto rivolgerle un ultimo, affettuoso saluto.

Così Milano e l’Italia hanno detto addio a una voce che ha attraversato epoche e generazioni, e che continuerà a risuonare, come le note di quella tromba di Fresu, nel cuore di chi l’ha amata.