Da oggi la sosta nelle strisce blu gestita da Apcoa a Cagliari potrà essere gestita mediante l’apposita applicazione per smartphone e Iphone “Apcoa Flow” .

Si potrà utilizzare in tutti i parcheggi di superficie Apcoa (l’anno prossimo toccherà anche a quelli in struttura). Le vie interessate da oggi sono le seguenti: Regina Elena, Badas, Amat, Tuveri, Carrara, Sanna Randaccio, Palomba, Pessina, Gianturco, Marini, Carboni Boi, piazza Repubblica. Stesso sistema anche per quanto riguarda la sosta negli stalli blu al porto (Molo Ichnusa, Molo Capitaneria e via Roma fronte Calata Azuni) .

Non più stress per cerchare parcheggio, dunque, perché l’app trova quello più vicino alla posizione in cui ci si trova con l’auto. Non sarà nemmeno più necessario recarsi di persona al parcometro per pagare o per prolungare la sosta: si potrà fare tutto tramite cellulare. Il pagamento sarà addebitato direttamente sulla carta di credito prescelta. Basta scaricarla e seguire le istruzioni.

Sconto del 10% sulle tariffe per chi si registra sull’app entro il 31 dicembre. Inoltre, con lo stesso account si potrà sostare nelle aree Apcoa di tutta Itaia e persino in Europa. Cagliari è la prima città d’Italia ad istituire questa nuova forma di gestione della sosta Apcoa. I parcheggi in superficie interessati da questa novità sono 804 e 302 al porto. Con oggi si completa la semplificazione della sosta a pagamento, ormai sempre più smart e veloce.

Alla conferenza stampa di presentazione erano presenti, oltre al sindaco Massimo Zedda e l’assessora alla Mobilità Luisa Anna Marras, il presidente di Parcheggi Urbani srl Maurizio De Pascale e l’amministratore delegato di Apcoa Parking Italia Arturo Benigna.

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.