Simone Cheri ha 22 anni, vive a Torino per motivi di studio ma è sassarese purosangue. Ama la musica sin dalla tenera età e sta tentando da diversi anni di renderlo un vero e proprio lavoro. Le premesse sono state ottime: vincitore della tredicesima edizione del Festival di Piombino. Un buon modo per approcciarsi alle note ed iniziare a scrivere qualcosa di personale.

Nasce così il singolo “L’Artista“: un po’ pazzo, sicuramente vivace ed intelligente, mette in risalto la dote autoriale del ragazzo e le sue doti canore che ricordano Pierdavide Carone, ex membro della scuola del programma televisivo “Amici”. E dalla tv, Cheri ci è passato di recente facendo parte dei concorrenti di X Factor. Quattro sì alle auditions, poi l’assenza ai Bootcamp che ha deluso i sardi e i fan che aspettavano di vederlo volare verso i live.

Ti sei proposto ai casting di X Factor: con quale obiettivo? Come ti sei ritrovato a cantare il tuo inedito davanti a tante persone?

Mi sono iscritto ai casting per due motivi: il primo era mettermi alla prova, volevo tastare un po’ i miei limiti (soprattutto in uno show televisivo), il secondo è più pragmatico, avevo bisogno che più persone possibili ascoltassero ciò che avevo da dire e x factor poteva essere (e lo è stato) un mezzo efficace. Cantare un mio brano davanti a così tante persone è stato un privilegio e un grande orgoglio per me, un’emozione molto forte!

Avevi ricevuto il plauso dei 4 giudici e tutti ti aspettavano ai bootcamp. Cosa è accaduto? Ci sono altri passaggi intermedi prima di arrivare ai momenti “televisivi” del programma?

Sì, mi hanno scritto in molti per sapere cosa fosse successo, in realtà dopo le Auditions c’è una fase intermedia in cui i giudici scelgono tra tutti coloro che sono passati alle audizioni quelli che secondo loro sono più adatti ai bootcamp (la scelta con le carte) e purtroppo non sono stato scelto.

Cosa prevede il futuro?

Nel futuro si prospetta tanto lavoro da fare, ancora tanto studio e magari la pubblicazione di qualche altro brano! Il video de “L’artista” è già disponibile su YouTube, un video molto particolare in cui mi immergo nell’atmosfera circense grazie alla scuola di circo Mantica!

Quali sono stati i tuoi sentimenti durante le selezioni?

Delle ore prima dell’esibizione ricordo l’agitazione e l’adrenalina, la paura di sbagliare. Ero talmente su di giri che prima di salire sul palco, durante l’intervista con Alessandro Cattelan alle sue domande rispondevo con voce acutissima e quando mi ha detto “Vai!” pensavo fosse un incoraggiamento e sono rimasto seduto accanto a lui invece era davvero arrivato il momento di esibirmi!

Come ti sei trovato coi giudici? Come funziona il programma, visto dall’interno?

I giudici con me sono stati buoni e puntuali nei loro giudizi, hanno ascoltato il brano con molta attenzione (non è poi così scontato) e per questo son loro riconoscente! Mi sono trovato benissimo con tutto lo staff, persone molto gentili e disponibili nonostante la straordinaria mole di lavoro che porta organizzare la “macchina” XFactor! Ritmi serrati e grande professionalità.

Hai avuto modo di vedere le puntate del programma? Cosa ne pensi di Luna, la ragazza di Uta che è andata avanti fin qui?

Sì ovviamente sto guardando il programma, e sto tifando per Luna, un talento sardo con una grande naturalezza nello stare sul palco e una bellissima voce! Strizzo l’occhio anche ai Bowland, che trovo davvero interessanti soprattutto negli arrangiamenti e che immagino daranno una ventata d’aria fresca al programma! In generale penso che il livello quest’anno sia molto alto.

Cagliari, il Consiglio di Stato conferma il divieto di legare le bici fuori dagli stalli.

Una decisione che farà discutere e che segna un punto a favore del decoro urbano in città. Il Consiglio di Stato ha “promosso” il giro di vite voluto dall’amministrazione dell’ex sindaco Paolo Truzzu, confermando la piena legittimità del divieto di incatenare le biciclette fuori dagli stalli dedicati.

Con una sentenza che rigetta il ricorso presentato dalla Fiab di Cagliari, i giudici di Palazzo Spada hanno messo la parola fine a una lunga battaglia legale.

Il provvedimento, incluso nel regolamento di Polizia e Sicurezza Urbana approvato dalla precedente amministrazione comunale, stabilisce in modo chiaro e inequivocabile che è vietato legare le biciclette a “infrastrutture pubbliche non destinate allo scopo”. La violazione di questa norma comporta l’applicazione di sanzioni pecuniarie che vanno da un minimo di 100 a un massimo di 300 euro.

I giudici hanno spiegato che la decisione mira a tutelare, in un’ottica di miglioramento della vivibilità e del decoro della città, quelle infrastrutture che spesso si trovano sui marciapiedi, nelle piazze, nei parchi, o vicino a monumenti. Si tratta di elementi di arredo urbano come ringhiere, recinzioni o pali, per i quali è già generalmente vietata la sosta di qualsiasi veicolo. Pertanto, secondo il Consiglio di Stato, la disposizione non viola in alcun modo le norme del codice della strada.

Ma la sentenza va oltre, affrontando un punto cruciale sollevato dai ricorrenti. La Fiab aveva denunciato una presunta disparità di trattamento tra gli “utenti deboli”, ovvero i ciclisti, e gli “utenti forti”, come gli automobilisti, sostenendo che la norma penalizzasse i primi a vantaggio dei secondi. Il Consiglio di Stato ha respinto categoricamente questa tesi, evidenziando che una disparità di trattamento può essere configurabile solo in presenza di situazioni perfettamente identiche, e che tale condizione non sussiste in questo caso. I giudici hanno inoltre ritenuto infondata la disparità invocata in appello anche rispetto ai monopattini.

Infine, sono state giudicate infondate anche le censure che contestavano la presunta contraddittorietà del regolamento con gli obiettivi fissati dal Piano Urbano della mobilità sostenibile. A questo proposito, il Consiglio di Stato ha ribadito che si tratta di una valutazione discrezionale, per la quale “il giudice non può sostituirsi all’amministrazione”. La decisione ha quindi confermato la legittimità dell’azione comunale, stabilendo che la tutela del decoro urbano è un obiettivo prioritario che può essere perseguito attraverso normative specifiche.