Site icon cagliari.vistanet.it

Lo sapevate? Anche un secolo fa Pirri e Assemini si allagavano e in autunno i nubifragi erano frequenti

Nel 1893, alla fine di novembre, “Un terribile ciclone”, così lo definivano le cronache del tempo, si abbatté su Cagliari e il Campidano. La pioggia torrenziale cominciò a cadere alle prime ore della notte del 28 novembre e non cessò che all’alba del giorno successivo. A Elmas ci furono due vittime, a Sestu furono inondati i campi coltivati, Pirri e Selargius rimasero allagate, crollarono abitazioni e scomparve non poco bestiame. Il 20 ottobre dell’anno prima ad essere colpiti furono Monastir, Decimo San Sperate e Assemini. Gli effetti di quel ciclone furono devastanti, come riporta Pietro Meloni Satta nella sua “Effemeride sarda”, a San Sperate ci furono 87 vittime e crollarono 248 case, all’epoca un terzo dell’abitato. Il torrente che costeggiava le abitazioni straripò, le persone furono sorprese nel sonno, intere famiglie vennero sterminate.

Ad Assemini invece le case crollate furono 90 e i morti 2. La devastazione fu tale che per alcuni giorni nei paesi si aggiravano persone inebetite per lo choc. Anche il 5 ottobre del 1889, un ciclone portò lutto e desolazione, Quartucciu, Selargius, Monserrato, Pirri furono gravemente colpite, ma fu Quartu in quell’occasione a tributare il maggior numero di vittime. Questi episodi si sono ripetuti nel corso del tempo, nel 1898 per esempio , all’inizio di ottobre la pioggia cadde cosi abbondante su Santa Gilla che le acque dello stagno in piena distrussero 7 ponti sull’istmo di La Playa, in quell’occasione fu Pula la più danneggiata. A leggere queste notizie sembra incredibile che nonostante il progresso si debba avere paura della pioggia, oggi come allora. L’uomo non ha ancora imparato a rispettare l’ambiente, a costruire dove non si corrono rischi. Continua a rubare terre e spazi alla natura, che puntualmente se li riprende.

Exit mobile version