Profondo rossoblù: ritorno al passato dopo la sconfitta con l’Inter

Almeno per orgoglio personale, il buon granitico Rolando ritrovi l’ispirazione giusta per accompagnare il Cagliari in un percorso diverso dalla via crucis.
di Andrea Congiu
Dopo l’Inter a San Siro, disputate le prime sette gare, sembra di rivedere il film dello scorso campionato. Stessi punti in classifica, differenza reti a – 5, invece di – 6. Si registrano passi indietro sotto il profilo della tenuta atletica, dell’atteggiamento mentale e dell’impostazione tattica. Si rivede, infatti, il “pronti via” e subito sotto di un goal che aveva contraddistinto quasi tutto il campionato precedente. Si segna anche meno, solo 4 volte in 7 partite. Sommando i tiri dei quattro attaccanti scesi in campo ieri si arriva a 1, quello calciato da Sau in posizione defilata sul fronte destro dell’attacco.
Intanto, l’investimento di dieci milioni di euro rimane in panchina. I pochi giocatori in grado di ispirare le nostre sterili punte giocano in difesa. Quando Srna deve tirare un po’ il fiato, come è successo ieri, nell’area di rigore avversaria non arriva un pallone. Si continua ad osservare impotenti un equivoco tattico che dura da troppo tempo. Ionita dietro alle punte non produce occasioni e tira raramente; Barella davanti alla difesa recupera e perde qualche pallone, ma lì in fondo gioca con il freno a mano tirato, continuando a ripetere “Vorrei, ma non posso”. Si attende che uno “stravagante scienziato del pallone” inverta le posizioni in campo dei due. Si è rivisto Faragò, altro uomo da ultimo passaggio, di buona corsa e di prestanza atletica notevole che viene relegato in difesa sulla fascia sinistra dove perde la metà dei duelli con il diretto avversario.
Il Cagliari, giocando contro Sassuolo, Atalanta e Milan, stava trovando un’identità, crescendo nel carattere e nella personalità. Quell’impostazione piaceva a molti, ma dalla partita di Parma in poi qualcosa si è rotto, tanto che si risentono dichiarazioni di fine partita di “rastelliana memoria”. Quella di sabato prossimo in casa, di fronte al Bologna, sarà una partita simbolo che darà l’impronta alla stagione. Potrebbe richiamare i fantasmi del passato oppure rappresentare una svolta positiva per la stagione in corso. Anche se ha uomini diversi da gestire sul campo, Maran si dovrebbe ricordare che, l’anno scorso, alla settima partita aveva 8 punti e si apprestava a battere la Fiorentina nell’ottava giornata disputata a Verona.
Almeno per orgoglio personale, il buon granitico Rolando ritrovi l’ispirazione giusta per accompagnare il Cagliari in un percorso diverso dalla via crucis.

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