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La storia. Una madre cagliaritana disperata: “Mio figlio non ha occhiali, libri né pane”

donna sola

Lo scorso maggio Vistanet aveva pubblicato la lettera di una madre cagliaritana disperata, 55enne e con un figlio a carico di 20, mai riconosciuto dal padre. Una vita di povertà, difficoltà e ricerca di un posto di lavoro, per dare dignità a se stessa e un piatto caldo al figlio. Una vita in cui fare la spesa non è più possibile, acquistare gli occhiali per il ragazzo, dare la merenda e comprare i libri è praticamente impensabile, in cui “le autorità ci hanno totalmente abbandonato“.

Una storia che spesso siamo abituati a leggere o sentire, ma non così vicino alle nostre case: eppure qui si tratta di una madre come me, come tante di voi, un genitore disperato per il futuro di suo figlio e della sua famiglia. Ancora oggi questa madre si trova nelle stesse condizioni: niente è stato fatto per aiutarla e nessuno le ha teso una mano. “Io chiedo un lavoro, lo cerco ma non mi hanno mai aiutata. Il Comune mi sta lasciando senza pane da dare a mio figlio e senza un paio di occhiali di cui ha bisogno”.

Il padre, che aveva voluto vedere il bambino solo una volta ai suoi 3 mesi di vita ma che non l’aveva mai riconosciuto, non paga l’assegno di mantenimento. Si ha avuto la certezza della sua paternità a seguito del test del dna. “Ci siamo trovati davanti ad un decreto di “riserva” da parte del giudice, che senza motivazioni valide lo ha messo agli atti del processo, infrangendo così le aspettative di una boccata di ossigeno in cui mio figlio confidava da ormai 2 anni e mezzo. Ad oggi niente è cambiato, la legge permette ai giudici dei tempi di riserva illimitati nonostante situazioni e richieste di emergenza come queste, nonostante la legge sia molto chiara sui diritti dei figli nei confronti di entrambi i genitori”.

“Con che coraggio ci lasciano morire così?”, senza pranzo né cena sicuri, senza libri né futuro, senza un motivo per sorridere.

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