Ottenere una beffa all’ultimo secondo fa male, il tecnico del Sassuolo Roberto De Zerbi ne sa qualcosa: lo scorso anno col Benevento ha subìto lo stesso trattamento dai rossoblù per ben due volte. « Sono ancora in credito » ha scherzato (ma neanche tanto) nella conferenza post partita. Il finale della serata di ieri deve essere un monito per Rolando Maran e i suoi ragazzi: le partite vanno chiuse in anticipo, con pazienza e cinismo.
Il Cagliari si è presentato ben compatto e pressante, con un baricentro alto che ha costretto spesso e volentieri i difensori avversari a palleggiare bassi, e dunque a sbagliare. Si è notato il cambiamento di temperamento e intensità sulle fasce: Padoin e Srna hanno sfruttato competenza ed esperienza per spingere come una valanga ai danni dei giovani Lirola e Ferrari. In particolare il jolly ex Juventus è sembrato il più impaziente di giocare, dimostrando che Lykogiannis e Pajac difficilmente rivedranno il campo su quella fascia e come passino gli anni ma rimanga sempre il solito giocatore utile in ogni parte del campo. Da un suo cross nasce il primo gol: Leonardo Pavoletti trova la prima rete in campionato.
Bene il centrocampo, nonostante l’assenza di un perno come Lucas Castro: per l’ex Chievo un fastidio ai flessori che lo ha tormentato tutta la settimana, di comune accordo con l’allenatore ha deciso di non forzare e tenersi pronto per la sfida all’Atalanta. Da valutare poi le condizioni di Artur Ionita, uscito visibilmente frastornato dopo uno scontro di gioco e trasportato fuori in barella. In quel momento, pur mantenendo bene le distanze e gestendo lo scontro, la linea mediana rossoblù si è abbassata inevitabilmente ed ha consentito al Sassuolo in dieci uomini di tentare l’assalto finale. Davanti Marco Sau ha fatto il suo, come sempre, mentre Diego Farìas è l’esatta copia dello scorso anno: svogliato, impreciso, testardo, poco incisivo. Purtroppo gennaio è lontano e il proposito di Carli di cambiargli l’approccio mentale non sta dando i frutti desiderati.
Un episodio è bastato a vanificare tutto. Ha ragione Maran quando si lamenta dei tanti minuti di recupero concessi in un secondo tempo che – infortunio di Ionita a parte – non ha dato motivo di allungare oltre modo la contesa. Poi il tocco di mano di Filippo Romagna in una serata decisamente sfortunata per lui, in ritardo anche sul taglio di Berardi che ha portato al primo pareggio del Sassuolo. Forse sarà la mancanza di alchimia, ma senza Ceppitelli sembra che il talento dell’Under 21 si perda, arrivando a commettere errori che alla lunga possono risultare decisivi. E così arriva il gol di Boateng al 98′ che rende l’amaro in bocca per una prestazione buttata al vento.
Il passo avanti rispetto ad Empoli è stato notevole. A parte la sbandata ad inizio seconda frazione, il Cagliari ha tenuto il pallino del campo, ha reso piccolo un Sassuolo che in tanti avevano lodato dopo la vittoria sull’Inter. È stato uno squillo per dire “ci siamo”, per mandar via la brutta partita di Empoli. Maran e il suo staff hanno iniziato a camminare e dovranno insistere su questa strada contro una Atalanta che nel corso di sei giorni avrà ben tre partite da disputare (compreso il ritorno dei preliminari di Europa League). Chiudere questo trittico con una affermazione sarà ottimale per ripartire a metà settembre contro il Milan alla seconda gara in casa. L’unico modo è quello di aumentare il cinismo sotto porta: Pavoletti non può essere l’unico terminale offensivo, è bene che si sblocchino sia gli attaccanti che i centrocampisti altrimenti il passare delle giornate si farà oltremodo complicato.
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