Crollo Ponte Morandi. Lutto nazionale oggi nel giorno dei funerali di Stato

Non tutte le famiglie hanno voluto salutare così le proprie vittime. Saranno infatti solo 18 le bare presenti alla Fiera di Genova.
Genova. Quattro giorni dopo il crollo del ponte Morandi, disastro che ha causato la morte di 41 persone, è il giorno dei funerali di Stato per 18 delle vittime che si terranno alle 11:30 e saranno trasmessi in diretta tv da reti Rai e Mediaset. A celebrarli sarà il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, in questa giornata di lutto nazionale, alla presenza delle più alte cariche dello Stato tra le quali anche il presidente Sergio Mattarella. Ed è proprio la solennità delle celebrazioni e la presenza dei politici ed esponenti istituzionali, che ha portato i familiari della metà delle vittime a non accettare i funerali di Stato per i propri cari. Già ieri, infatti, si sono svolti i funerali dei quattro giovani amici di Torre del Greco.
E sulla scelta di non avere funerali solenni, lo stesso cardinale Bagnasco commenta così: «È una scelta dei familiari ai quali va tutto il rispetto, e che certamente farà pensare chi di dovere». Anche il vicepremier Luigi Di Maio ha dichiarato: «Non posso biasimare le famiglie che hanno scelto di celebrare i funerali nel proprio comune di appartenenza, anche in dissenso con uno Stato che invece di proteggere i loro figli, ha preferito per anni favorire i poteri forti».

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Un Comune al giorno, paesi di Sardegna: Fonni, il più alto dell’Isola, tra boschi e montagne

Fonni, borgo dalle radici antiche che affondano nel cuore della Barbagia, è il paese che tocca il cielo della Sardegna, adagiato a mille metri d’altitudine sulle pendici del massiccio del Gennargentu, dove la natura domina incontrastata e l’aria porta con sé il profumo dei boschi secolari, della neve invernale e delle leggende che abitano da secoli queste montagne.
Un Comune al giorno, paesi di Sardegna: Fonni, il più alto dell’Isola, tra boschi e montagne.
Fonni, borgo dalle radici antiche che affondano nel cuore della Barbagia, è il paese che tocca il cielo della Sardegna, adagiato a mille metri d’altitudine sulle pendici del massiccio del Gennargentu, dove la natura domina incontrastata e l’aria porta con sé il profumo dei boschi secolari, della neve invernale e delle leggende che abitano da secoli queste montagne.
È il borgo più alto dell’Isola, al centro geografico e simbolico della Sardegna, incastonato tra foreste fitte di roverelle, percorsi naturalistici mozzafiato e silenzi antichi. Qui la montagna è identità: non solo meta sciistica – grazie agli impianti che portano fino alle cime di Spada e Bruncu Spina – ma vero e proprio stile di vita, che traspare nei ritmi lenti, nelle case coperte da scandulas, nei volti fieri della gente, nel passo sicuro dei pastori e nelle storie che si tramandano nei viottoli acciottolati.
Grazia Deledda, la più grande voce letteraria dell’Isola, lo descrisse con parole scolpite nel tempo nel romanzo Cenere: “Un orizzonte favoloso circonda il villaggio: le alte montagne del Gennargentu, dalle vette luminose quasi profilate d’argento, dominano le grandi valli della Barbagia, che salgono, immense conchiglie grigie e verdi, fino alle creste ove Fonni, con le sue case di scheggia e i suoi viottoli di pietra, sfida i venti e i fulmini”. Una fotografia potente, ancora vera, che restituisce la forza suggestiva di questo paese di quattromila anime, oggi centro vitale della Barbagia di Ollolai.
Fonni è un luogo che sa mutare volto con le stagioni: candido e silenzioso d’inverno, con nevicate che tingono di magia le sue cime e le sue vie; colorato e vivo in primavera ed estate, quando le foreste si animano di genziane, peonie, rose canine e fiori purpurei, e diventano teatro di lunghi trekking, escursioni a cavallo e cammini tra sorgenti e santuari naturalistici. La fauna selvatica qui è regina, e in alcune riserve si possono ammirare specie rare, protette in ambienti intatti. Non a caso, proprio da queste terre nasce il celebre pastore fonnese, razza forte e coraggiosa, allevata da secoli per la custodia delle greggi e delle proprietà.
Passeggiare per i rioni storici significa entrare in un mondo autentico: tra i murales che raccontano storie di lavoro, fede e quotidianità, le case di pietra coperta da scandulas e le corti che si aprono durante l’autunno per l’appuntamento con Autunno in Barbagia, uno degli eventi più suggestivi dell’intera Sardegna. Il centro storico custodisce veri gioielli: la chiesa di San Giovanni Battista, splendido esempio di architettura tardogotica; la basilica della Vergine dei Martiri, un complesso che include convento francescano, oratorio di San Michele e un santuario sotterraneo; la chiesa del Rosario, Santa Croce e il santuario della Madonna del Monte, luoghi carichi di devozione popolare.
Nel cuore del paese, il Museo della Cultura Pastorale, ospitato in un’antica dimora ottocentesca, restituisce la vita agro-pastorale di un tempo, con oggetti, suoni e testimonianze che raccontano la profondità di un’identità collettiva mai smarrita. E poi ci sono le tradizioni: quelle dolciarie, con i savoiardi di Fonni famosi in tutta la Sardegna; quelle popolari, con il carnevale che mette in scena le maschere inquietanti e ancestrali di Urthos e Buttudos; quelle sportive, con il Palio dei Comuni che accende l’estate a inizio agosto.
A pochi chilometri dal paese si trova uno dei tesori archeologici più affascinanti dell’Isola: il complesso nuragico di Gremanu, immerso in un fitto bosco e testimone di un’ingegneria idraulica straordinaria. È l’unico acquedotto nuragico conosciuto in Sardegna, collegato alla necropoli di Madau, con le sue tombe di Giganti dalla forma taurina. Databile tra il XV e il IX secolo a.C., il sito presenta templi, recinti sacri, capanne e un sofisticato sistema di canalizzazione delle acque sorgive, costruito in basalto, calcare e trachite, con effetti cromatici che testimoniano la raffinatezza dei nuragici.
Fonni non è solo un luogo da visitare: è un luogo da ascoltare, da respirare, da vivere con lentezza e rispetto, perché ogni angolo racconta un frammento dell’anima più vera della Sardegna.

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