Quartu, i Carabinieri scoprono una piantagione di marijuana ma secondo i coltivatori si tratta di erba light.

Una piantagione e un laboratorio per la coltivazione sono sotto osservazione da parte dei Carabinieri. Un 36enne di Assemini e una 34enne di Elmas sono stati denunciati ma secondo i coltivatori si tratterebbe di erba light, quindi legale.

I militari hanno scoperto la coltivazione in via Mar Artico, in un terreno di circa duemila metri quadrati con piante di marijuana alte oltre due metri. Nella casa dei due accusati a Terra Mala sono stati anche ritrovati un chilo di infiorescenze di marijuana che la coppia dichiara come “legali” e varie apparecchiature per la coltivazione, impianti per l’illuminazione e il riscaldamento, strumenti per il controllo dell’umidità, bilancini di precisione e materiale di confezionamento.

Nel terreno di Flumini sono state trovate 224 piante di cannabis sativa “light” (queste certificate) e altre 41 piante in apparenza “legali”, ma sprovviste di documentazione.

I Carabinieri quindi hanno richiesto ulteriori esami: l’erba non deve superare il tasso di limite di Thc (0,2%).

I Carabinieri di Nuoro hanno individuato ieri un’area di circa 5000 mq sulla quale era stata ricavata una fitta piantagione di cannabis.

Sul posto sono intervenuti i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile e delle Stazioni di Bitti, Lula e Lodè della Compagnia Carabinieri di Bitti, che hanno potuto confermare la presenza della più grande piantagione di marijuana mai scoperta nell’isola: circa 8.000 piante (ottomila), per un valore complessivo stimato di 3 milioni di euro. Arrivati sul punto, in una località isolata della campagna bittese i militari non hanno avuto difficoltà nell’individuare sul terreno l’enorme distesa di piante di cannabis, anche grazie al fortissimo e pungente odore sprigionato dalla coltivazione.

La coltura è stata ritrovata all’interno di una proprietà privata, metodicamente irrigata, nascosta da sguardi indiscreti dalla fitta vegetazione di querce da sughero e macchia mediterranea e solo grazie all’impiego del mezzo aereo ed al coordinamento con le forze a terra è stato possibile individuarla. Nell’immediato sono partite le attività di indagine per l’identificazione dei presunti responsabili, grazie anche alle migliori risorse tecnologiche.