Notte di controlli per i carabinieri dell’aliquota radiomobile della Compagnia di Cagliari.

In via Schiavazzi, nel quartiere di Sant’Elia, i militari hanno fermato un 34enne di Assemini che a bordo della propria auto deteneva un machete di mezzo metro. Sempre nella stessa zona, i militari hanno fermato un pregiudicato 53enne che, alla vista dei carabinieri, cercava di disfarsi di una dose di marijuana.

I carabinieri della Stazione di Pirri, invece, hanno arrestato un pregiudicato 65enne su cui pendeva un ordine di carcerazione per l’espiazione di un anno, un mese e 29 giorni di reclusione a seguito di violazioni reiterate ai domiciliari ai quali era sottoposto.

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.