Villanova: il centro religioso indiano Sikh che ospita la comunità più numerosa della Sardegna

Il quartiere cagliaritano di Villanova ospita la sede della comunità Sikh, una delle religioni dell'India. La guida spirituale ci spiega chi sono e cosa fanno.
Cagliari è sempre più multietnica e multireligiosa. Gran parte degli stranieri che vivono e lavorano in città è di religione musulmana e cristiana: in pochi però sanno che nel capoluogo sardo esiste una comunità, seppur piccola, di indiani di fede Sikh, circa 60 persone provenienti prevalentemente dalla regione del Punjab, culla del sikhismo.
Si riuniscono presso la sede dell’Associazione culturale “Singh Sabha” sita in via San Giovanni, nel cuore del rione di Villanova. Da circa otto anni il centro ospita i fedeli per la preghiera che si svolge generalmente la domenica. Prima dell’intervista, all’ingresso mi viene gentilmente chiesto di levarmi le scarpe, lavarmi le mani e indossare una bandana. Da subito noto grande ospitalità: a ricevermi c’è Amarjit Singh, il cosiddetto “leader spirituale” a cui fa riferimento la comunità residente a Cagliari. A differenza di altre fedi, nel sikhismo non esiste alcun clero.
Conversando con Amarjit scopro che il Sikhismo è una religione monoteista nata nel XV secolo e ispirata agli insegnamenti di dieci guru. «Veneriamo un solo Dio, colui che ha creato l’universo – spiega – La nostra religione si basa su tre principi fondamentali: ricordare il Creatore ogni momento della propria vita, guadagnare lavorando onestamente e condividere il guadagno». Su questo ultimo punto, infatti, Amarjit racconta che i fedeli donano una quota mensile simbolica a persona che viene poi elargita ai più bisognosi e per opere di carità.
Durante le funzioni religiose Amarjit, rivolto dinanzi al tempietto allestito nella sala, pronuncia la preghiera e il sermone che i fedeli, seduti su un grande tappeto, uomini e donne insieme, ascoltano con attenzione. Il libro sacro, chiamato Sri Guru Granth Sahib Ji o Adi Granth, contiene le scritture dei 10 guru ai quali i sikh sono devoti. Viene trattato e rispettato addirittura come fosse una persona. Come vuole la tradizione, viene posto dinanzi del cibo in concomitanza con i pasti e viene messo a riposare la notte in una stanza adibita.
Il rapporto con i cagliaritani? «Ottimo. C’è un clima di rispetto e comprensione reciproca. Ogni domenica mattina organizziamo il Langar, la cucina comune: qui tutti sono i benvenuti, di qualsiasi religione essi siano, per gustare insieme i cibi della tradizione indiana». Cibi che, in questo caso, sono tutti vegetariani; il sikhismo, infatti, vieta il consumo di carne. Nei rituali è prevista anche la musica, con l’uso di bonghi e chitarre indiane.
Prima di congedarmi, mi offre del thé indiano che degusto con molto piacere. Amarjit Singh vive a Cagliari da cinque anni e, quando non svolge la funzione religiosa, dà una mano al figlio Sandeep, proprietario della nota catena di ristoranti indiani Tandoori, presenti a Cagliari e Quartu.

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