Portoscuso, in manette per corruzione e truffa il comandante della Polizia Municipale Santino Rivano
Rivano è accusato di aver costretto diversi commercianti locali a dargli merce senza nulla in cambio, di aver organizzato un sistema di truffa in concorso con un benzinaio locale e di aver favorito una ditta per l'aggiudicazione di un importante appalto.
Nelle prime ore di oggi 13 luglio 2018, a Portoscuso, militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale cc di Cagliari, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale degli arresti domiciliari (emessa il 9 luglio 2018 dal G.I.P. del Tribunale di Cagliari su richiesta della locale Procura della Repubblica – pm dotto Lussu) nei confronti dell’attuale Comandante della Polizia Municipale di Portoscuso Santino Rivano, che ricopre la medesima carica dal 2004, ritenuto, a vario titolo, responsabile di condotte illecite contro la pubblica amministrazione commesse con abuso dei suoi doveri e nello svolgimento dell’incarico.
Il provvedimento scaturisce dagli esiti di un’articolata attività d’indagine condotta dal dipendente Nucleo Investigativo dal mese di marzo 2015 al mese di novembre 2017, avviata da alcuni esposti anonimi provenienti da cittadini del comune di Portoscuso.
In particolare l’attività ha consentito di accertare la responsabilità dell’indagato che abusando dei suoi poteri Rivano ha costretto diversi commercianti del luogo a consegnargli merce di vario genere senza corrisponderne il corrispettivo dovuto (concussione). In concorso con il titolare di distributore di carburanti locale si procurava un ingiusto profitto superiore a 5mila euro, attraverso il corrispettivo in carburante, aggirando la contabilità dei mezzi di servizio in suo uso (truffa aggravata); utilizzava il mezzo di servizio per scopi privati (peculato); ometteva di effettuare i previsti controlli ad attività commerciali finalizzati al rilascio delle autorizzazioni, ricevendo in cambio utilità (corruzione e falsità ideologica); distruggeva o disperdeva contravvenzioni al codice della strada elevate da personale dipendente, per evitare che fossero mandate in pagamento, ricevendone utilità (distruzione o occultamenti di atti veri); in concorso con titolare di società di impianti tecnologici, che si era aggiudicata un appalto per l’installazione e manutenzione del circuito di video sorveglianza a favore del comune di Portoscuso, si appropriava indebitamente di una somma di gran lunga superiore al valore effettivo della fornitura (peculato, turbativa d’asta).
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