(VIDEO) Porto Torres, bimbo chiede a un migrante: “Perché voi neri siete qui?”, e lui: “Siamo uguali”
Ecco il racconto dell'accaduto da parte di Peter con un messaggio a tutto il popolo sardo e italiano.
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Sta facendo il giro del web il video messaggio di Peter Alex, migrante residente a Porto Torres che racconta il suo incontro con un bambino del posto. Stando a quanto racconta il giovane migrante il bimbo gli avrebbe detto «Perché voi neri siete qui? Salvini dice che voi non dovreste essere qua».
Peter racconta poi di aver parlato con il bambino e con altri bambini che gli si erano avvicinati che poi sarebbero “scappati” dai genitori. Raggiunti i genitori dei bambini Peter si è messo a parlare con loro per spiegargli un semplice messaggio: «Guardate che non sono un mostro, siamo uguali è solo il nostro colore della pelle ad essere diverso». Per fortuna il problema è stato poi risolto con i genitori dei bambini che si sono dimostrati gentili e comprensivi.
Poi il messaggio a tutti i sardi: «Non siamo vostri nemici e non siamo noi il vostro problema. Sono deluso, spento, triste».
Vi prego porto torres
Posted by Peter Alex on Sunday, 1 July 2018
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Marina Cafè Noir, i motivi dell’addio a Cagliari: «Non siamo più considerati una risorsa, ma un peso»

«Troppa burocrazia, troppo poco sostegno»: ecco le ragioni dell'addio a Cagliari del Marina Cafè Noir.
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Dopo ventitré anni di attività, il Marina Cafè Noir, storico festival di letteratura, musica e cultura popolare, annuncia l’addio a Cagliari. La decisione, comunicata dall’Associazione Culturale Chourmo, segna la fine di un capitolo importante per la vita culturale cittadina: dal 2003 il festival aveva trasformato piazze e quartieri in luoghi d’incontro, dibattito e partecipazione.
Nato nel cuore del quartiere Marina, il festival si è caratterizzato per la sua natura popolare e accessibile, capace di coinvolgere migliaia di persone ogni anno e di portare in città scrittori, musicisti e artisti nazionali e internazionali. Negli anni ha contribuito a rivitalizzare spazi urbani e a costruire una comunità culturale trasversale, riconosciuta anche fuori dall’isola.
Tuttavia, spiegano gli organizzatori, il rapporto con l’amministrazione comunale si sarebbe progressivamente deteriorato. «È venuta meno la percezione di essere considerati una risorsa per la città», scrivono. «La burocrazia non è stata più un semplice ostacolo operativo, ma uno strumento contraddittorio e incomprensibile che ha reso impossibile programmare e lavorare con continuità».
Tra i nodi indicati: ritardi nell’assegnazione degli spazi e dei contributi, sostegno economico giudicato insufficiente rispetto alla complessità del progetto, difficoltà nei processi autorizzativi e mancanza di un supporto logistico adeguato. Elementi che, nel corso del tempo, hanno finito per pesare più della passione e dell’impegno.
Il Marina Cafè Noir rivendica però di non voler aprire alcun conflitto politico. «Non cerchiamo corsie preferenziali, solo il riconoscimento del valore di un festival gratuito, costruito in strada, capace di avvicinare al libro e alla cultura chi altrimenti non si avvicinerebbe». La scelta non nasce dunque da polemiche personali, precisano, ma dalla consapevolezza di non poter più lavorare «in condizioni dignitose e sostenibili».
Quel che è certo è che il festival non si ferma. La sua storia proseguirà altrove, in un’altra città ancora da svelare. «Un certo nomadismo fa parte della nostra identità. Marina Cafè Noir continuerà, ma non a Cagliari. A breve diremo dove». Intanto, dal pubblico, continuano a arrivare messaggi di sostegno, affetto e riconoscenza. Segno di quanto forte sia stata, in oltre due decenni, la presenza del festival nel tessuto culturale cittadino.
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