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Cultura sarda in lutto: muore l'archeologo Paolo Bernardini | Cagliari - Vistanet
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Cultura sarda in lutto: muore l’archeologo Paolo Bernardini

Cultura sarda in lutto: muore l’archeologo Paolo Bernardini

paolo bernardini

L'archeologo cagliaritano Paolo Bernardini ha dedicato la sua vita a studiare le culture fenicia e punica, e le interrelazioni fra queste e le altre culture del Mediterraneo

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27 Giugno 2018 9:28 Ass. Cult. Vista Net

Il mondo dell’archeologia e della cultura sarda è in lutto per la scomparsa dell’archeologo e docente Paolo Bernardini. Di seguito riportiamo brevemente qualche stralcio degli addii da parte dei colleghi della Soprintendenza e delle realtà museali che l’archeologo cagliaritano ha contribuito ad arricchire con il suo incessante lavoro.

paolo bernardini

Sabato 23 giugno il mondo dell’archeologia è stato colpito da un grave lutto per la morte di Paolo Bernardini. Dapprima archeologo della Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e Oristano, era docente dell’Università degli Studi di Sassari. Studioso del mondo fenicio e punico, i suoi lavori specialistici, molto apprezzati in campo internazionale, hanno interessato anche le civiltà nuragica e romana. Autore altresì di opere divulgative, di progettazione ed allestimento di mostre e musei, era in grado di rivolgersi con successo al più ampio pubblico.

paolo bernardini

​Molti sono i suoi significativi contributi sull’espansione fenicia nel Mediterraneo Occidentale e sui rapporti tra i mondi indigeni e i popoli dell’Oriente; a partire dalla Sardegna il suo sguardo spaziava sull’intero mondo antico, senza confini geografici o cronologici. ​Persona di poliedrici interessi e curiosità naturali ben aldilà dell’archeologia, era sempre felice di confrontare con gli amici le sue idee sui più svariati argomenti. La sua opera di studioso è stata fondamentale per la ricostruzione storica e per la conoscenza del patrimonio storico e archeologico del territorio sulcitano e della stessa Sant’Antioco. Molti dei reperti esposti nelle sale museali del territorio del Sulcis, provengono dalle sue attività di indagine nel territorio, svolte nei trent’anni di lavoro presso la Soprintendenza archeologica per le Province di Cagliari e Oristano.

paolo bernardini

Qui, come ricordo, vi proponiamo l’incipit della sua opera monografica “Le torri, i metalli, il mare. Storie antiche di un’isola mediterranea” (2010), nella quale egli ci offre una mirabile narrazione delle vicende di quel peregrinare incessante nelle acque del Mediterraneo che ha segnato la storia della Sardegna fra il II e il I millennio a.C.

“Le vaste distese mobili del Mediterraneo sono state da sempre le strade dell´incontro tra Oriente e Occidente; itinerari millenari, custodi di mostri e di portenti, luoghi di insidie, di pericoli e di meraviglie, ma, alla fine, veicoli straordinari di incontro e di scambio culturale, di una crescita che, come quelle acque infinite in perenne movimento, è sempre mutamento e trasformazione. A occidente, oltre la strettoia di Gibilterra, le mitiche colonne d´Eracle indicano una fasulla fine del mondo; perché, nell’esperienza degli antichi marinai, degli esploratori e dei mercanti, esso continua nelle vie d´acqua dell´Atlantico che scavano percorsi profondi nella terra a incontrare i grandi fiumi, il Guadalquivir, il Tago, il Loukkos e le popolazioni che vivono nelle terre fertili che essi incidono e attraversano. A oriente, oltre le grandi e le piccole isole, oltre la Grecia e il favoloso Egitto, scrigno del sapere degli uomini, le coste dell´Anatolia, della Siria e della Palestina sono la seconda fine del mondo, altrettanto ingannevole; perché al di là conducono le mille tortuose e interminabili strade di terra e di fiume che saldano l’Oriente vicino all’Oriente lontano e profondo. Il Mediterraneo, il mare delle terre di mezzo, è il cuore di un viaggio infinito; in esso vi è un segno potente, l’orma di un dio calcata nel mare, l’isola di Sardegna, meta del nostro viaggio imminente. Proverò a raccontare, nel libro che inizia, alcune vicende di quel peregrinare incessante che ha segnato profondamente la storia antica dell’isola, dai primi contatti con le genti di cultura micenea all’egemonia cartaginese; quasi un millennio di storia che si distribuisce tra il XV e il VI secolo prima di Cristo. Si tratta di un viaggio infido e pericoloso. Le rotte sicure sono poche e le grandi masse d’acqua buia, le storie irrimediabilmente perse, incombono minacciose.

Ma si parte con un modesto ottimismo e con poco bagaglio, in compagnia delle parole di Eliot:
“Non cesseremo mai di esplorare
E alla fine di tutte le nostre esplorazioni
Giungeremo là da dove siamo partiti
E conosceremo quel luogo per la prima volta”
e di quelle di Melville:
«Non prometto nulla di completo
Dato che ogni cosa umana creduta completa
Deve per questa ragione esser certo difettosa»

Comunque si parte”.

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Chi desidera aiutare Gabriellina può contattare la LIDA di Olbia al numero 3334312878 o scrivere all’indirizzo email [email protected]

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14 Maggio 2025 11:18 Maria Luisa Porcella Ciusa

Le volontarie della LIDA di Olbia hanno accolto una nuova, triste emergenza: Gabriellina, una cucciola di circa sei mesi trovata in condizioni fisiche ed emotive devastanti. Senza microchip e probabilmente vittima di un investimento, la cagnolina presenta evidenti segni di costrizione e numerose escoriazioni sul corpo, come se fosse stata tenuta legata per lungo tempo. Ma ciò che colpisce maggiormente è il suo sguardo: sfuggente, vuoto, incapace persino di incrociare quello umano.

cagnolina abbandonata

“Non riesce nemmeno a guardarci negli occhi, è spaventata, come se qualcuno le avesse strappato via l’anima,” raccontano con commozione le volontarie del rifugio “I Fratelli Minori” di Olbia. “Il suo dolore è tangibile, e il suo corpo racconta una storia fatta di abbandono e sofferenza.”

cagnolina abbandonata

Le analisi cliniche a cui è stata sottoposta Gabriellina rivelano uno stato di forte anemia. Restano in attesa i risultati degli esami per escludere o confermare eventuali malattie mediterranee. Nel frattempo, ogni energia è concentrata per garantire a questa piccola creatura le cure necessarie per sopravvivere e, si spera, per rifiorire.

cagnolina abbandonata

“Gabriellina è magrissima, visibilmente debilitata e il suo sguardo trasmette una sofferenza profonda, che colpisce il cuore. Serve aiuto, concreto e immediato,” spiegano le volontarie. “Ogni gesto, ogni donazione, può fare la differenza per lei. È un atto d’amore verso tutti gli animali vittime dell’indifferenza umana.”

cagnolina abbandonata

Il rifugio lancia un appello urgente alla comunità e a chiunque possa contribuire: servono cure mediche, cibo, attenzioni e soprattutto una speranza. “Troppe volte – aggiungono le operatrici – gli animali pagano le colpe dell’uomo. Non chiedono di nascere, eppure finiscono a subire le conseguenze delle nostre negligenze. È lecito chiederci se davvero siamo gli unici esseri senzienti, se non siamo noi a dover imparare da loro il rispetto per la vita.”

Chi desidera aiutare Gabriellina può contattare la LIDA di Olbia al numero 3334312878 o scrivere all’indirizzo email [email protected]. Sono attivi anche i canali per le donazioni sul sito ufficiale www.lidasezolbia.it/donazioni, oppure si possono inviare aiuti materiali direttamente al rifugio: LIDA Sez. Olbia – Rifugio I Fratelli Minori, via dei Cestai, 07026 Olbia (SS). È possibile destinare anche il 5×1000 all’associazione utilizzando il codice fiscale 01976050904.

 

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