I migranti in viaggio sulla nave Aquarius stanno arrivando in queste ore al porto di Valencia. Sono due, oltre alla Aquarius, le navi dalle quali scenderanno in totale 629 migranti: la nave Dattilo della Guardia Costiera italiana e la nave Orione della Marina militare italiana. La prima, che ha già attraccato al porto spagnolo, ha trasportato 274 persone; la seconda entrerà per ultima con a bordo 249 migranti; la Aquarius, invece, ne trasportava 106. Gli attracchi delle tre navi avverranno scaglionati di 3 ore per permettere che le operazioni di controllo avvengano senza problemi.

C’è grande attesa al porto di Valencia. Quasi 700 giornalisti provenienti da ogni parte d’Europa aspettano sulla banchina a 200 metri dal punto di attracco delle navi. Qui la Croce Rossa ha allestito due tendoni dove saranno effettuati i primi screening sanitari ai migranti; le donne incinte e i bambini saranno trasportati direttamente negli ospedali mentre tutti gli altri, una volta visitati, saranno portati nei diversi centri di accoglienza della regione valenciana.

Nascosto tra i boschi e le distese di asfodeli alle pendici del monte Tamara, nel territorio di Nuxis, il pozzo sacro di Tattinu continua ad affascinare studiosi e visitatori. Un monumento silenzioso e enigmatico, la cui architettura fuori dal comune solleva interrogativi ancora irrisolti: frutto di precise scelte costruttive o custode di segreti che solo future campagne di scavo potranno rivelare?

Foto Nicola Castangia

La prima e più evidente particolarità rispetto ai tradizionali pozzi sacri nuragici è l’apparente assenza di un vestibolo o di altre strutture visibili in superficie. Il percorso verso l’acqua inizia direttamente con una lunga scalinata di 28 gradini, che incide il terreno formando un vuoto rettangolare. Alla base, si apre un vano d’acqua lungo poco più di otto metri e largo appena uno, incorniciato da pareti che accompagnano lo sguardo fino alla camera sotterranea.

Foto Fabrizio Bibi Pinna

La struttura del pozzo è a dir poco insolita: ha una sezione “a bottiglia” e una pianta ellittica, soluzioni raramente documentate nel panorama nuragico. Alta circa cinque metri, la camera è coperta da una volta a tholos, realizzata con blocchi di calcare perfettamente lavorati, integrati da ciottoli accuratamente disposti.

Foto Lucia Corda

A breve distanza, avvolti dal verde del bosco, si trovano i resti di un villaggio nuragico, testimone silenzioso di un passato che ancora parla attraverso la pietra.

Foto Lucia Corda

Si ringrazia per gli scatti Nicola Castangia, Lucia Corda e Bibi Pinna e il portale Sardegna verso l’Unesco.