Un tempo si volgeva lo sguardo al cielo e si interrogavano gli astri o magari si sacrificava un animale per scoprire nelle sue viscere cosa avrebbe riservato il futuro. Ma il calcio, si sa, è una faccenda seria e quando si parla di due porte e un pallone non c’è da scherzare. Lo hanno imparato molto bene anche nel mondo animale, dove da qualche edizione del Campionato mondiale di calcio è usanza interrogare l’oracolo della natura per conoscere le sorti delle squadre in gara.

Dai pronostici del polpo Paul del 2010 ne è passata di acqua sotto i ponti e oggi, per l’edizione 2018 dei mondiali di calcio sono ben due gli animali che, adeguatamente interrogati, danno agli umani le risposte sull’andamento delle gare.

In Russia sono certi che Achille, un gatto bianco e sordo, sappia già quali squadre vinceranno i match e lo comunica a suon di croccantini. La veterinaria che si occupa dei gatti che cacciano i topi all’Hermitage, Anna Kasatkina, sostiene che la sordità di Achille sia il suo punto forte perché «vede con il cuore». Il primo pronostico, quello sulla partita tra Russia e Arabia Saudita, lo ha azzeccato – se non altro perché riguardava i padroni casa e i suoi padroni in generale.

Il calcio, si sa, manda inspiegabilmente in delirio gli esseri umani e anche in Inghilterra è dilagata la mania dell’animale indovino. Questa volta si tratta di un maiale nano, Marcus, ribattezzato “Il Mistico”, originario di Heage nel Derbyshire, che ha comunicato il suo verdetto sulle quattro squadre che si aggiudicheranno le semifinali a suon di mele. Dopo aver annusato le 28 mele corrispondenti alle 28 squadre in gara ai Mondiali di calcio, marchiate ciascuna con la propria bandiera, Marcus ne ha mangiate quattro: il Belgio, l’Argentina, la Nigeria e l’Uruguay. A differenza del suo collega felino, Marcus però non è stato di parte perché tra le squadre “indicate” non compare l’Inghilterra, segno questo di maggiore attendibilità. Ma “Il Mistico” Marcus non è nuovo nel campo delle predizioni; nel 2014 predisse con esattezza il risultato del Mondiale di calcio, ha predetto la Brexit e l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Ma da dove arrivano i super poteri di Marcus? «Marcus è il settimo cucciolo di sette maialini e ciò gli ha dato dei poteri speciali» ha dichiarato alla Bbc la sua padrona Juliette Stevens che ha circa 100 animali nella sua fattoria ma Marcus ha fatto breccia nel suo cuore. «Ha un’adorabile personalità – spiega Juliette – non bada a tutto quello che gli gira intorno: è davvero rilassato e felice di vivere».

La Saturnia del pero, conosciuta anche come pavonia maggiore, è tra le falene più grandi d’Europa. La femmina può raggiungere un’impressionante apertura alare di 15-16 centimetri, mentre il maschio è leggermente più piccolo. Le sue ali, di un elegante colore nocciola sfumato di grigio, sono ornate da quattro grandi “occhi” simili a quelli del pavone: una strategia difensiva utile per spaventare i predatori o distrarne gli attacchi dalle parti vitali del corpo. I margini delle ali sono bordati da una fascia chiara color ocra che ne accentua l’eleganza.

Il bruco di questa specie è altrettanto sorprendente: lungo fino a 10 centimetri, ha un colore verde brillante, arricchito da tubercoli azzurri e ciuffi di peli neri. Durante la sua crescita si nutre voracemente di foglie, soprattutto di pero (Pyrus), ma anche di melo (Malus domestica), noce (Juglans), pioppo (Populus), olmo (Ulmus), albicocco, ciliegio e altri alberi del genere Prunus. A causa della sua dieta, può occasionalmente diventare dannoso per i frutteti.

Foto di Mauro Orrù

La Saturnia del pero predilige le zone calde, in particolare quelle ricche di alberi da frutto. È attiva durante la notte, mentre di giorno si rifugia tra le foglie per riposare. La sua distribuzione copre i Paesi dell’area mediterranea, spingendosi fino al Vicino Oriente.

Queste falene sono volatrici potenti e, nel buio della notte, il loro volo può ricordare quello dei pipistrelli. Il maschio possiede due antenne bipettinate estremamente sensibili, capaci di percepire i feromoni emessi dalla femmina anche a distanze di 5 chilometri. Subito dopo l’accoppiamento, la femmina depone fino a 250 uova, sfruttando le ultime riserve energetiche accumulate durante lo stadio larvale, per poi morire. Il maschio, invece, può accoppiarsi più volte.

Un tempo comune, oggi la Saturnia del pero è sempre più rara. Le principali minacce alla sua sopravvivenza sono l’uso diffuso di insetticidi e l’inquinamento ambientale, che ne hanno drasticamente ridotto la presenza in natura.