Nuovo stadio della Roma: 9 gli arresti per associazione a delinquere. Molti i nomi celebri
Si ipotizza un'associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. Tra gli arrestati compaiono anche il vicepresidente del Consiglio Regionale del Lazio, Adriano Palozzi (FI), il presidente di Acea ed ex superconsulente della sindaca, Luca Lanzalone e lʼimprenditore Luca Parnasi
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Blitz dei carabinieri nell’ambito dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma: arrestate nove persone. Tra i fermati l’imprenditore Luca Parnasi, il vicepresidente del consiglio regionale del Lazio Adriano Palozzi (FI) e l’ex superconsulente della sindaca, attuale presidente di Acea, Luca Lanzalone.
Ipotizzata una associazione a delinquere finalizzata alla corruzione nell’ambito del progetto per l’impianto a Tor di Valle. Gli indagati avrebbero ricevuto, in cambio dei favori agli imprenditori, una serie di utilità, tra le quali anche l’assunzione di amici e parenti. I carabinieri hanno arrestato 9 persone (3 delle quali ai domiciliari) nell’ambito di un’indagine sulla costruzione del nuovo stadio della Roma. Tra gli arrestati compaiono anche il vicepresidente del Consiglio Regionale del Lazio, Adriano Palozzi (FI), il presidente di Acea, l’ex superconsulente della sindaca, attuale presidente di Acea, Luca Lanzalone, e l’imprenditore Luca Parnasi. Tra le persone raggiunte da provvedimento di custodia cautelare c’è inoltre anche l’ex assessore regionale, e attuale consigliere, Michele Civita del Pd.
I reati contestati – Le indagini, coordinate dalla Procura di Roma, hanno portato i militari a scoprire un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie di reati contro la Pubblica amministrazione nell’ambito delle procedure connesse alla realizzazione del progetto del nuovo stadio.
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Il sindaco Zedda replica tagliente al segretario UGL Cagliari: «Le mie parole non incitano alla violenza»

Il sindaco Massimo Zedda è intervenuto in merito alle polemiche seguite alla manifestazione di sabato e alle dichiarazioni del segretario provinciale dell’UGL di Cagliari, Andrea Geraldo.
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Il sindaco Massimo Zedda è intervenuto in merito alle polemiche seguite alla manifestazione di sabato e alle dichiarazioni del segretario provinciale dell’UGL di Cagliari, Andrea Geraldo.
In una nota, il primo cittadino ha voluto chiarire la propria posizione e respingere con decisione le accuse ricevute: «La libertà di espressione e il diritto a manifestare lo si è ottenuto nel ’45, quando hanno prevalso la libertà e la democrazia. Se avessero vinto loro, i fascisti, saremmo in carcere, da innocenti, se non peggio, nei campi di concentramento — questo parafrasando Vittorio Foa, antifascista, ebreo, partigiano, azionista, socialista eletto parlamentare da indipendente nel PCI. I provocatori e gli atti violenti vanno sempre stigmatizzati e condannati. Come queste parole, le uniche da me rilasciate, possano incitare alla violenza, lo sa solo il segretario UGL Cagliari, Andrea Geraldo. Riguardo alle sue gravissime affermazioni, non appena possibile, con il mio difensore, introdurremo le iniziative giudiziarie ritenute più opportune».
Le dichiarazioni del sindaco arrivano dopo le critiche mosse dal segretario UGL, che aveva interpretato alcuni passaggi del suo intervento come un incitamento alla violenza politica. Zedda ha ribadito invece il valore della libertà democratica e della condanna di ogni forma di provocazione e violenza, sottolineando la volontà di procedere per vie legali in risposta alle accuse.
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