Al via la seconda edizione di “Calici in Tonnara”. Tonno, vino e musica a Portoscuso

Cucina creativa a base di tonno, fritti di mare e 14 etichette tra le più rinomate della Sardegna. Dopo l'enorme successo dello scorso anno, tutto pronto per la seconda edizione di "Calici in Tonnara". Tra gli ospiti musicali l'attesissimo Moses Concas
Portoscuso: l’Antica Tonnara riapre le porte al vino. Binomio che vince non si cambia. Dopo il successo dello scorso anno, anche nel 2018 Portoscuso sceglie di riproporre l’accoppiata “vino-tonno”.
Venerdì 1 giugno (con inizio fissato per le h.19) il borgo storico del paese ospiterà infatti la 2° edizione della manifestazione “Calici in Tonnara”. Organizzato dall’associazione culturale Amyda col patrocinio dell’amministrazione. Questa volta il cuore dell’evento sarà proprio il cortile interno dell’Antica Tonnara (“Su Pranu”, appunto): qui, alla cucina creativa a base di tonno dello chef Achille Pinna, si affiancheranno i fritti di mare (street-food) e soprattutto i gioielli di 14 tra le più rinomate aziende vitivinicole sarde (Cantina Sociale di Santadi, Agri Punica, Sardus Pater, Su ‘Entu, Contini , Surrau, Giba, Audarya, Cantina Dorgali, Cantina della vernaccia Oristano, Un mare di vino Berchidda, Poderi Parpinello, Cantine di Dolianova, Cantine del vermentino di Monti).
Non mancherà anche quest’anno la musica di qualità, garantita dal consolidato dj set di Zimbra e dall’attesissimo live di Moses Concas (h.21.30), quando il beatbox -blues dell’armonica del vincitore di Italia’s Got Talent si sposerà con l’eclettica chitarra di Dado Leo sconfinando in campi sonori tanto sorprendenti quanto coinvolgenti. Ad integrazione dell’evento, grazie all’associazione “Sa Fabbrica”, già dalle h. 17,00 sarà inoltre offerta la possibilità di una visita gratuita e guidata ai locali della tonnara e del borgo (dall’Archivio fotografico storico alla “Bottega del Tonnarotto” e a “Su magazzinu de su binu” fino alla Torre spagnola) veri custodi della memoria storica di Portoscuso e cuore ancora pulsante di tutto un paese che – a dispetto di quanto si pensi – si sente ancora “vivo”.

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