L’eredità lasciata a Berlusconi? Ennesima bufala online
Ennesima bufala online. Questa volta la faccenda si era fatta seria, con un'eredità da 3 milioni di euro e un destinatario speciale, Silvio Berlusconi. Ma la notizia a quanto pare era falsa.
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Era stata resa nota dall’avvocato Andrea Ferrari e rilanciata da alcune agenzie di stampa nazionali e ripresa da diversi siti ma la notizia era completamente falsa, insomma una bufala. L’eredità da 3 milioni di euro che una anziana signora di L’Aquila avrebbe lasciato a Silvio Berlusconi non esisterebbe, né esisterebbe – come riporta il Corriere della Sera – l’anziana signora «venuta a mancare circa venti giorni fa, nubile e senza figli, proprietaria di ben 3 immobili, diversi terreni e due conti correnti».
A scovare la fake news sono stati il blogger David Puente, cacciatore di bufale, e il giornalista Paolo Beltramin, il quale sempre sul Corriere attribuisce la bufala alla fantomatica F.I.R., fondazione italiana risparmiatori, definendola «la fabbrica italiana delle fake news». Dopo qualche ricerca sul web, infatti, Beltramin spiega che la Fir non compare fra le fondazioni lombarde e non ha né codice fiscale né partita iva; il sito web inoltre sarebbe stato registrato quattro mesi fa in Repubblica Ceca. Ma c’è di più, sempre nel sito della Fir fra i contatti compaiono un indirizzo (fittizio, ndr) e un numero di cellulare, lo stesso dell’avvocato Ferrari, avvocato che – secondo il cacciatore di bufale – è comparso in passato come avvocato di diverse altre anziane che avrebbero lasciato eredità a cani e gatti.
Beltramin, inoltre, avrebbe telefonato al numero in questione qualche giorno fa e avrebbe risposto un tale Andrea Rossi, avvocato anche lui che avrebbe promesso di spedire via mail al giornalista carta d’identità, atto fondativo e statuto della fondazione, riferimenti dei notai coinvolti. Ma, dice Beltramin, li stanno ancora aspettando.
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Cagliari, Marco Altea lancia Whable: così vivere la città senza barriere diventa possibile

Restituire alle persone con disabilità la possibilità di vivere la propria città senza barriere. È questo l’obiettivo di Whable, piattaforma ideata da Marco Altea, 46 anni, che convive da oltre venticinque anni con la sclerosi multipla e da circa tre si muove in sedia a rotelle.
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Restituire alle persone con disabilità la possibilità di vivere la propria città senza barriere. È questo l’obiettivo di Whable, piattaforma ideata da Marco Altea, 46 anni, che convive da oltre venticinque anni con la sclerosi multipla e da circa tre si muove in sedia a rotelle.
L’idea è nata da un’esperienza personale: dopo la pandemia, Marco si è trovato davanti a marciapiedi impraticabili, gradini all’ingresso dei locali, bagni inaccessibili e parcheggi spesso occupati. È in quel momento che ha compreso come la disabilità non sia solo una condizione fisica, ma anche il risultato di un ambiente che non accoglie.
Da questa consapevolezza è nato Whable, inizialmente pensato come una lista di locali e parcheggi accessibili, poi evoluto in una piattaforma integrata che punta a creare una vera comunità. Non si tratta solo di segnalare luoghi accessibili, ma di favorire la partecipazione sociale e la condivisione di esperienze, abbattendo tre barriere principali: quella informativa, quella fisica e quella relazionale.
La piattaforma offre una mappa dei luoghi accessibili, aggiornata direttamente dalle persone con disabilità, i cosiddetti “Whablers”, garantendo informazioni affidabili e verificate sul campo. I locali vengono premiati con i bollini Whable, assegnati da chi li ha visitati e testati, certificandone la reale accessibilità. Oltre alla mappa, la piattaforma include “Angels on Demand”, un servizio per prenotare accompagnatori qualificati, e una community interattiva, dove condividere esperienze, suggerimenti e momenti di vita sociale, creando relazioni e riducendo l’isolamento.
Attualmente Whable è in fase di sviluppo e funziona come Web App, accessibile senza download per garantire facilità di utilizzo. Il lancio ufficiale della piattaforma è previsto per la Primavera 2026, quando sarà completa e ricca di contenuti pensati per un’esperienza utente completa e inclusiva.
In vista del lancio, Marco ha aperto una fase di Beta Test: «Non vogliamo costruire il servizio per le persone con disabilità, ma con loro», sottolinea. Si cercano persone con disabilità motoria e utilizzatori di sedia a rotelle interessati a testare la piattaforma in anteprima, mappare i primi luoghi e fornire feedback. L’obiettivo è creare un progetto partecipativo, dove la community contribuisce attivamente a rendere Whable più utile, inclusiva e vicina alle reali esigenze degli utenti.
Whable è quindi molto più di una piattaforma: è uno spazio condiviso, creato da persone con disabilità per persone con disabilità, dove le informazioni sono affidabili, le esperienze vengono raccontate e le relazioni costruite. Un progetto che dimostra come l’inclusione passi anche dalla collaborazione, dalla condivisione e dal coinvolgimento diretto della comunità.
Contatti
Marco Altea – Fondatore & CEO
Email: [email protected]
Sito Web: www.whable.it
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