Giappone: il treno parte 25 secondi prima del previsto e l’azienda si scusa con i viaggiatori
Qui in Italia potrebbe sembrare fantascienza ma in Giappone certe cose, si sa, vengono prese con molta serietà. Una di queste è la puntualità dei mezzi di trasporto: qualche giorno fa un treno è partito con 25 secondi di anticipo sulla tabella di marcia prevista. La West Japan Railways a seguito di questo "imperdonabile inconveniente" ha addirittura diffuso una nota di scuse per i passeggeri
Se la partenza in orario di un trasporto pubblico è esperienza rara nel nostro paese, quella anticipata ancora di più. Non altrettanto avviene in Giappone dove un treno è partito 25 secondi prima rispetto all’orario fissato e l’azienda si è sentita persino in dovere di scusarsi con l’utenza per “l’enorme inconveniente” arrecato.
Come riporta il Tgcom, il treno oggetto del disagio era alla stazione di Notogawa, a Shiga, e per errore si è staccato dalla banchina alle 7:11:35 di venerdì. Il treno doveva partire alle 7:12 ma il macchinista ha per sbaglio chiuso le porte alle 7:11. Accortosi dell’errore, ha comunque deciso di partire 35 secondi dopo visto che sulla piattaforma non c’erano passeggeri in attesa di salire sui vagoni. In realtà uno zelante viaggiatore che aveva assistito alla scena si è sentito in dovere di avvisare il capostazione e di far presente che un treno non può partire con 25 secondi di anticipo, anche se il mezzo successivo per la stessa tratta era previsto 6 minuti dopo.
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Primo chirurgo paraplegico a operare in piedi ora alla guida del Mater Olbia
Paolo Anibaldi è stato il primo chirurgo in Italia, e il terzo nel mondo, a operare in piedi nonostante una grave disabilità. A soli 17 anni, un angioma midollare lo ha privato dell'uso delle gambe. Tuttavia, Anibaldi non si è arreso: diventato medico chirurgo, ha continuato a operare grazie a una sedia speciale, progettata appositamente per lui, che gli permette di alzarsi e abbassarsi autonomamente
Paolo Anibaldi è stato il primo chirurgo in Italia, e il terzo nel mondo, a operare in piedi nonostante una grave disabilità. A soli 17 anni, un angioma midollare lo ha privato dell’uso delle gambe. Tuttavia, Anibaldi non si è arreso: diventato medico chirurgo, ha continuato a operare grazie a una sedia speciale, progettata appositamente per lui, che gli permette di alzarsi e abbassarsi autonomamente. Prima del 1996, operava seduto sulla sua carrozzina, ma grazie a un progetto suggerito da un amico, ha potuto realizzare questa innovativa sedia che gli consente di stare in piedi durante le operazioni, segnando un punto di svolta nella sua carriera.
La carriera del dottor Anibaldi è stata ricca di esperienze mediche e accademiche, culminate nella sua recente nomina a direttore sanitario del Mater Olbia Hospital. Nato a Rieti nel 1966, Anibaldi si è laureato con lode in Medicina e Chirurgia a La Sapienza, specializzandosi in Chirurgia generale all’Università di Tor Vergata. Ha inoltre completato con lode un master di secondo livello in Management e Innovazione delle Aziende sanitarie e un dottorato di ricerca in Igiene e Sanità Pubblica con un curriculum in Medicina Legale e Scienze Forensi. La sua carriera include anche ruoli dirigenziali nella Asl di Rieti.
Anibaldi è noto per essere il primo chirurgo a eseguire, presso l’ospedale San Camillo de Lellis di Rieti, la tecnica ‘Snoll’ (Sentinel Node Occulte Lesion Localization). Questa procedura, ancora poco diffusa in Italia, richiede una stretta collaborazione tra medici nucleari e chirurghi per rimuovere tumori mammari di piccole dimensioni. L’intervento, eseguito per la prima volta nel novembre 2013, dimostra l’importanza della diagnosi precoce e della sinergia tra diverse professionalità.
Commentando la sua nuova posizione al Mater Olbia Hospital, Anibaldi ha dichiarato: “Essere il nuovo direttore sanitario rappresenta per me una stimolante sfida professionale e umana. L’accoglienza ricevuta dal management, dal precedente direttore sanitario e dai colleghi mi ha fatto sentire già parte di una squadra. La mia priorità sarà conoscere tutte le persone del Mater, valorizzare le loro competenze e stimolare un maggiore senso di appartenenza, per continuare a rispondere concretamente ai bisogni dei cittadini offrendo un servizio di eccellenza al territorio”.
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