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Apocalypse Mum. Terrore pidocchi: troppe volte ritornano. Siamo mamme o babbuini?

I pidocchi sono come un rito di passaggio: devi aver spidocchiato, almeno una volta nella vita. Per alcune è un trauma, per altre un’inevitabile effetto collaterale alla socialità, ma per tutte è una gran rottura. Per questo ridiamoci su e vediamo come affronta il problema un’Apocalypse Mum.

Hai casualmente buttato l’occhio sul telefono e quei 297 messaggi nella chat di classe erano già presagio di notizie funeste. Poi ti sei fatta coraggio e sei entrata nella chat per capire di che morte dovevi morire. Ma quei sei milioni di faccine e faccette, tu non li hai visti, gli errori di ortografia di quelle frasi figlie del T9 non li hai notati: una sola parola ha catturato la tua attenzione e anche se era scritta normale, tu l’hai vista gigante, intermittente come il cartello “danger” dei film americani, lampeggiante come la luce blu dei carabinieri, e ululante come le sirene spiegate dell’ambulanza: PIDOCCHI, PIDOCCHI,PIDOCCHI.

Tacevi, ma il tuo grido di terrore interiore, degno di Dario Argento, si è udito lontano. Qualcuno in classe ha i pidocchi e mentre le altre mamme si lambiccano per capire chi sia l’untore e criticare la scarsa igiene della relativa madre, tu che sai benissimo che non è il caddozzimine (sporcizia, per gli amici continentali, ndr) che fa il pidocchio, combatti il panico, ti riprendi lentamente dallo shock e già ti gratti la testa. Riflesso incondizionato, te lo senti addosso quel maledetto esercito di piccolissimi bastardi color capelli, invisibili, ma presenti. E rifletti colpevole, che in effetti l’avevi vista grattarsi l’adorabile testolina, e ti dai della madre superficiale e distratta per aver così incoscientemente ignorato quell’eloquente campanello d’allarme. Ti prende un nodo alla gola, va bene le bionde trecce, ma tua figlia ha un metro e mezzo di chioma, ti atterrisce il pensiero di te con la pila, che la spulci come fanno i babbuini per socializzare.

Ma bisogna affrontare la realtà, così impugni la pila e fai accomodare la creatura che alla vista della luce, prende a dimenarsi come una posseduta. In cuor tuo speri di non trovarne e di doverti così limitare a una bella spruzzata di repellente preventivo, che diciamolo con franchezza, costa un botto, ma repelle tutto fuorché i pidocchi. Col cuore che ti pulsa nelle tempie, inizi la caccia. Dirigi il fascio di luce sui capelli della creatura e punti che neanche un segugio la pernice e intanto reciti il mantra: TI PREGO NO, TI PREGO NO, TI PREGO NO…Noooo. Sappiamo per certo che hai frastimato l’intero calendario, ma te lo concediamo, dopotutto è la quarta volta che la creatura ti porta a casa l’invasor, ma siccome tu sei dura come una partigiana e quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare, la guerra non ti fa paura. Non ti sei mai cucita le ferite aiutandoti coi denti come Rambo, ma hai già vinto tante guerre contro l’esercito dei Pediculus Capitis, da veterana conosci le tattiche vincenti.

Per i prolifici genitori sciampo specifico, quello col nome che si legge anche al rovescio, infallibile, per i lendini, ovette per gli amici, il caro vecchio aceto. Ovviamente anche giochini da mettere nella vasca per trattenere la creatura, oh! Lo sciampo si lascia agire per dieci minuti. Sembrano pochi, ma avete mai provato a lasciare un bambino in piedi fermo nella doccia per dieci minuti? Un’eternità. Non ci resta neanche se lo blocchi nel cemento a presa rapida. Ti verrà la sciatica perché starai curva sulla creatura per vigilare che lo sciampo non le coli negli occhi, altrimenti urlerà come un’ossessa e rimarrà cieca e rauca tutta la sera. E ammettilo, il risciacquo glielo fai nella bacinella bianca, perché tu li vuoi vedere morti, non sei come Piero, tu li vuoi vedere i cadaveri trasportati in braccio dalla corrente e con buona pace dei vegani, ne trarrai grande soddisfazione. Comunque la salvaguardia del pidocchio non è una tua priorità, non è certo in via di estinzione, quindi dopo aver visto il nemico stecchito devi liberarti degli eredi in modo che non bussino alla tua porta la settimana prossima.

Così passi all’aceto, un evergreen dei rimedi della nonna, che non ucciderà le uova, ma nuoce gravemente alla loro salute, le gonfia e le rende più visibili e così potrai staccarle una ad una, naturalmente dopo aver promesso alla creatura, la barca dei Lego in cambio dell’immobilità assoluta e dopo dieci minuti di minuziosa spidocchiatura, avrai aggiunto l’ospedale dei Lego, poi la questura dei Lego e alla fine del lavoro le avrai promesso Cagliari dei Lego con tutto l’hinterland purché stia ferma, che il lavoro va portato a termine finché non ci sarà più nemmeno un uovo sulla faccia della testa della tua creatura. E dopo aver asciugato i capelli, un’ultima controllata, non si sa mai qualche nucleo di resistenza dietro le orecchie. Ovviamente quest’ultimo controllo ti è costato un viaggio a Disneyland Paris, questa estate, la creatura non è un babbuino, non le interessa socializzare nel branco e non ne può più. Del resto un’intera serata è trascorsa faticosamente anche per te, hai la sciatica, prurito in testa, sei sfinita e mentre ti accasci sulla poltrona hai una sola domanda che ti frulla per la testa: ma la mamma vegana come si regola con i pidocchi dei suoi figli? Li cattura e poi li libera in campagna?

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