Vertice studenti-Cus sugli impianti sportivi universitari
Questa mattina i rappresentanti degli studenti di Unica 2.0 hanno incontrato Marco Meloni, Presidente del Cus, per discutere della situazione degli impianti sportivi universitari.
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Questa mattina i rappresentanti degli studenti di Unica 2.0 hanno incontrato Marco Meloni, Presidente del Cus, per discutere della situazione degli impianti sportivi universitari.
«Abbiamo fatto presente come, sia per gli sportivi, quanto per gli studenti, la chiusura di tutti i servizi abbia recato notevoli disagi – si legge in una nota dell’associazione – abbiamo chiesto e ottenuto che gli studenti di scienze motorie possano riprendere a svolgere normalmente le attività didattiche previste dal loro corso di studi non appena il corso presenterà al Cus il calendario di queste attività. Il Cus si è impegnato ad assicurare lo svolgimento delle attività anche se la chiusura della struttura di Sa Duchessa dovesse perdurare».
L’ incontro di questa mattina si è focalizzato soprattutto sulla situazione generale e il Presidente del Cus si è detto propenso a perseguire la strada del dialogo. «È quanto meno necessario che il luogo occupato venga ripristinato alla sua funzione originaria – spiega il coordinatore di Unica 2.0 Matteo Vespa – quello che dovrà esserci, allora, è un accorciamento delle tempistiche dell’Ateneo affinché i lavori di ristrutturazione dello spogliatoio inizino al più presto. Come dichiarato in questi giorni, il nostro unico obiettivo è fare in modo che gli studenti non si vedano privati dei loro diritti: il nostro compito ora è quello di continuare a premere affinché l’Ateneo e il Cus risolvano la situazione in via non traumatica, continuando l’interlocuzione con la rappresentanza studentesca e anche direttamente con gli studenti protagonisti dell’occupazione».
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La Sardegna nelle “Vite” di Plutarco: Caio Gracco e l’isola come teatro della storia

Plutarco non tratta la Sardegna come un luogo da descrivere nei suoi aspetti geografici o culturali. L’isola entra invece nella narrazione come spazio storico e politico, legato alle vicende di uno dei protagonisti più importanti della tarda Repubblica romana: Caio Gracco.
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Nella vasta opera delle Vite parallele, conosciuta semplicemente come Vite, Plutarco non tratta la Sardegna come un luogo da descrivere nei suoi aspetti geografici o culturali. L’isola entra invece nella narrazione come spazio storico e politico, legato alle vicende di uno dei protagonisti più importanti della tarda Repubblica romana: Caio Gracco.
Nella Vita di Caio Gracco, la Sardegna appare come una provincia dell’Impero romano attraversata da problemi amministrativi, tensioni sociali e difficoltà economiche, soprattutto nel settore agricolo e vitivinicolo. Questi elementi non vengono analizzati per sé, ma come parte di quel complesso sistema di rapporti tra Roma e le sue province che Plutarco osserva sempre attraverso le azioni degli uomini.
L’isola, in questo contesto, diventa il luogo in cui si misura il carattere di Gracco. Non è un semplice sfondo, ma uno scenario in cui emergono le sue virtù civili e morali. In un passo delle Vite, Plutarco racconta infatti:
«Mentre dunque Gaio era in Sardegna dava ogni prova di coraggio, e prevaleva di molto tra tutti i giovani nelle gare contro gli avversari e nei diritti per i sudditi e nell’affetto e rispetto verso il pretore; per saggezza e semplicità e per operosità superava anche i più anziani.»
Queste parole rivelano come la Sardegna fosse per Gracco un luogo di prova, dove egli si distinse non solo per valore militare, ma anche per il senso di giustizia, per la correttezza verso i sudditi e per il rispetto delle istituzioni. L’isola diventa così uno specchio delle tensioni dell’epoca e, allo stesso tempo, una palestra di formazione politica.
Plutarco, come in tutta la sua opera, non è interessato tanto alla descrizione dei luoghi quanto al carattere degli uomini. La Sardegna entra nelle Vite perché è qui che si svolgono eventi capaci di rivelare la statura morale di Caio Gracco e di mostrare le contraddizioni del dominio romano sulle province.
In questo modo, l’isola assume un posto preciso nella memoria del mondo antico: non solo terra lontana e periferica, ma snodo della storia romana, dove si intrecciano politica, giustizia e destino personale.
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