Continuità Territoriale: tutto fermo, altro che pari mobilità garantita ai sardi
La Continuità Territoriale è una legge europea creata per garantire i servizi di trasporto ai cittadini abitanti in regioni disagiate, come la Sardegna, in modo da offrire loro le stesse opportunità di spostarsi all'interno della propria nazione, ma non sembra che gli spostamenti dei sardi siano privi di disagi soprattutto verso il sud Italia.
La posizione geografica della Sardegna è una delle migliori al mondo, ma viverci non è semplice. Fin dalla notte dei tempi è stata considerata strategica da ogni punto di vista, militare, commerciale, climatico e naturalistico. Ancora oggi però, vuoi per un’atavica incapacità imprenditoriale e per un’innegabile mentalità poco incline alla cooperazione vuoi per le discutibili scelte politiche dei governi locali e centrali, gli unici a non avvantaggiarsi di questo incredibile potenziale sono proprio i sardi. E così continuano a pagare di più l’energia e le merci e sono costretti a partire per lavorare e per curarsi.
I residenti in Sardegna, viaggiano tanto, purtroppo molto più spesso per necessità che per diletto, e pur essendo italiani a tutti gli effetti, a differenza degli abitanti del “continente”, fanno molta fatica a raggiungere alcune zone dell’Italia specialmente da Roma in giù. Che parità c’è tra un milanese che per raggiungere il sud Italia prende un treno e un sardo che deve aspettare il giorno in cui ci sia un volo in una delle città più vicine alla meta, magari con scalo in un altro aeroporto e poi prendere un treno che finalmente lo porterà a destinazione? La Continuità Territoriale, aerea e navale, nata proprio per ridurre questi disagi in tutte le zone d’Europa isolate, per la Sardegna consiste nella riduzione delle tariffe per le tratte da Olbia, Alghero e Cagliari per Roma e Milano e ritorno, la così detta Ct1. Ma va da sé che scontare solo i voli per Roma e Milano non sia sufficiente a garantire il sacrosanto principio che fonda la Continuità, cioè quello di fornire ai residenti in Sardegna le stesse opportunità di viaggiare degli altri Italiani.
I posti disponibili spesso non sono sufficienti, è recente il caso di una famiglia che ha dovuto spendere milleseicento euro per poter sottoporre il proprio bambino ad una visita specialistica a Firenze. Il problema della mobilità dei sardi non è legato solo ai costi degli spostamenti ma anche alla carenza di collegamenti. Aumentano i voli per l’estero, ma diminuiscono i collegamenti nazionali. Recentemente è stata soppressa la tratta Cagliari-Trapani, che pare verrà ripristinata, intanto però esiste solo il volo per Catania.
Fino al 2014 era in vigore anche la Ct2, la Continuità per le rotte minori che prevedeva tariffe scontate per Bologna,Torino, Napoli, Verona, Firenze e Palermo. La giunta Pigliaru in accordo col Ministero dei Trasporti nell’ottobre del 2014 ha fatto abrogare la Ct2 con la promessa di ripristinarla migliorata e più efficiente. Al momento però, non solo non esiste alcuna Ct2, ma è ancora in discussione anche la Ct1. Va chiarito che l’iter che porta all’attuazione della Continuità è estremamente complesso, prevede che la Regione Sardegna presenti un bando che deve rispondere a un’infinità di requisiti perché, ed è questo il nodo della questione, il principio di continuità confligge col principio della libera concorrenza. Infatti contribuendo con soldi pubblici al pagamento delle tariffe per alcune tratte, si condiziona il libero mercato, quindi affinché non si leda la libera concorrenza il bando in questione deve tenere conto di una serie di limitazioni e paletti che di fatto riducono moltissimo i vantaggi che la continuità potrebbe offrire ai sardi.
Al momento il nuovo bando per la Ct1, dopo la bocciatura di ottobre 2017 è ancora al vaglio di Bruxelles, e si è dovuto correre ai ripari con una proroga del vecchio bando, mentre di Ct2 nemmeno se ne parla. Il diritto dei sardi a spostarsi come tutti gli altri cittadini è garantito solo in piccolissima parte, e ciò è ancora più grave se si pensa all’altissimo tasso di emigrazione giovanile. Non è semplice individuare a chi si debbano ascrivere le responsabilità, ma una cosa è certa: l’Europa dando priorità al principio della libera concorrenza ha anteposto le esigenze delle aziende a quelle delle persone, il Governo lascia che si consumi un’ingiustizia ai danni di una parte dei suoi cittadini che evidentemente considera di serie B e la Regione, abrogando la Ct2 ha operato una scelta quantomeno discutibile. La speranza dei sardi è che una volta approvato e attuato il bando della Ct1, mettendo in conto tempi biblici, ci si dedichi a una nuova Ct2.
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