Siete abituati al solito “caddozzone” che vende panino con wurstel e cipolla, patatine e hamburger? Da qualche giorno è “sbarcato” a Cagliari  Yatai Japanese Street Food, il primo food truck itinerante di cucina tipica giapponese. E no, non troverete sushi (per quello ci sono già tantissimi ristoranti sparsi per la città), ma una varietà di pietanze tipiche del paese del Sol Levante, cucinate al momento da Miki Misuno, presidentessa dell’associazione dei giapponesi in Sardegna, residente nell’Isola da otto anni e sposata con un sardo, Fabrizio Deiana.

Entrambi hanno avuto l’idea di avviare questa nuova attività – la prima del suo genere in Sardegna –  «dopo che per anni abbiamo, con l’associazione dei giapponesi in Sardegna, promosso degustazioni ed abbiamo notato un riscontro più che positivo da parte della gente», spiega Fabrizio Deiana. «Tutto ciò che prepariamo qui è ciò che preparano le famiglie giapponesi nel loro Paese». In Giappone, infatti, il food truck itinerante di cucina tipica è una realtà ormai consolidata da tantissimo tempo. E, appena messo piede a Cagliari, anche qui ha già riscosso ottimo successo: «In poco tempo abbiamo terminato tutto», dice soddisfatta Miki Misuno.

Le pietanze

Molti italiani associano la cucina giapponese al sushi, ma non è così: c’è una varietà di pietanze che vale la pena conoscere. Yatai propone un menù da leccarsi i baffi, assolutamente da provare: Karaaghe (pollo fritto), Onigiri (una sorta di panetto di riso con dentro tonno e maionese) , Teriyaki Chicken Burger (panino con pollo con salsa teriyaki),  American corn dog (wurstel di pastella di farina di mais fritto o cotto in forno). Come dolci, invece, potrete trovare i dorayaki (simili ai pancakes, ripieni di crema, marmellata o nutella) e gli okonomiyaki (anche questi ricordano nella forma i pancake). Per quanto riguarda le bevande, per ora vengono servite le bibite italiane, ma in futuro si potrà assaggiare il tè verde senza zucchero e la birra tipica giapponese.

L’itinerario di Yatai.

Questi giorni il “caddozzone” si trova in viale Europa ma, essendo itinerante, si sposterà spesso. In occasione di Giocomix, infatti, sarà presente nel parcheggio dell’hotel Setar; quest’estate potrebbe invece avere una postazione fissa al Poetto. I punti di sosta verranno mano a mano annunciati nella pagina Facebook. Gli orari di apertura sono dalle 12:30 fino alle 15:30, a meno che le pietanze non finiscano prima.

Nel territorio comunale di Iglesias si apre Is Cungiaus, il più grande scavo a cielo aperto della Sardegna. Una voragine enorme che si estende su circa 10 ettari e che, tra il 1867 e i primi decenni del ‘900, ha visto l’estrazione di oltre un milione di metri cubi di roccia ricca di calamina, il minerale dal quale si estrae lo zinco.

Foto Denise Diana

La scoperta del deposito di calamine limonitiche sulla collina Monteponi segnò l’inizio di una fase cruciale per l’industria mineraria sarda. Per trattare il minerale e aumentarne il contenuto utile di zinco e ferro, furono realizzati batterie di forni a tino, generalmente disposti a gruppi di tre.

Foto Denise Diana

Questi forni, costruiti in pietrame con pianta quadra esterna e sezione trapezoidale, presentavano una camera di combustione interna a sezione conica: il minerale e il combustibile venivano inseriti dall’alto, mentre il calcinato si raccoglieva sotto la griglia.

Foto Denise Diana

Nel 1869 erano già tredici i forni operativi a Monteponi, una tipologia di impianto che sarebbe evoluta nel tempo in forni a riverbero, poi cilindrici a rotazione continua tipo Oxland e, successivamente, nella tecnologia Waelz.

Foto Denise Diana

Presso il sito di Is Cungiaus è ancora conservata una batteria di tre forni, mentre altri tre, più sofisticati nella costruzione, si trovano nella zona centrale dell’area industriale, sopra i locali oggi destinati all’Archivio Storico Minerario. Questi ultimi, negli anni Venti-Trenta, furono parzialmente obliterati per realizzare la Fonderia Bronzi e gli spazi di supporto alla Fonderia Ghisa.

Foto Denise Diana

Is Cungiaus non è solo un imponente scavo minerario: è un patrimonio industriale e architettonico che racconta la storia della Sardegna, dell’ingegno umano e della lunga epopea dell’estrazione mineraria dell’isola. Un luogo dove il passato della lavorazione del minerale si fonde con la monumentalità del paesaggio.