(VIDEO) Lo spettacolo mozzafiato di Gorropu ieri in onda su “Geo” (Rai 3)

Il canyon di Gorropu racchiuso tra Urzulei, Orgosolo, Oliena e Dorgali e Piscina Urtaddala (Urzulei) sono stati raccontati dalla voce narrante del documentario con un alone di poesia e leggenda.
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Lo spettacolo della Sardegna è tornato ieri protagonista in televisione con un bellissimo servizio mandato in onda ieri su Rai 3 dalla trasmissione “Geo”.
Il canyon di Gorropu racchiuso tra Urzulei, Orgosolo, Oliena e Dorgali e Piscina Urtaddala (Urzulei) sono stati raccontati dalla voce narrante del documentario con un alone di poesia e leggenda.
Le suggestive immagini di Pischina Gurthàddala e Gorropu, trasmesse su Rai 3 per la trasmissione "Geo".
Posted by Gorropu on Saturday, 31 March 2018
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Meraviglie di Sardegna: i murales di Orgosolo, un’Isola a colori

Orgosolo oggi vanta oltre 150 murales che abbelliscono le vie del centro storico, trasformando il paese in una galleria d’arte a cielo aperto, visitata ogni anno da migliaia di turisti.
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Meraviglie di Sardegna: i murales di Orgosolo, un’Isola a colori.
Da oltre mezzo secolo, i muri delle case di alcuni paesi della Sardegna raccontano storie, emozioni e battaglie, trasformandosi in vere e proprie tele a cielo aperto. I murales, nati come forma di protesta e affermazione identitaria, sono oggi uno dei simboli più vividi e riconoscibili dell’anima sarda. Questo fenomeno artistico non è soltanto decorazione urbana: è un’espressione culturale profonda, una narrazione collettiva che fonde estetica e impegno sociale, tradizione e contemporaneità.
Il muralismo in Sardegna affonda le sue radici nella fine degli anni Sessanta, prendendo ispirazione dal movimento messicano degli anni Trenta. Da allora, un’ondata di colore ha cominciato a invadere i paesi dell’interno, soprattutto quelli della Barbagia, con Orgosolo in testa, diventato nel tempo la patria indiscussa di questa forma d’arte. Fu proprio nel 1969, nel cuore di questo borgo barbaricino, che comparve il primo murale grazie al collettivo anarchico milanese Dioniso, gettando le basi di una lunga tradizione che non si è mai interrotta.
Orgosolo oggi vanta oltre 150 murales che abbelliscono le vie del centro storico, trasformando il paese in una galleria d’arte a cielo aperto, visitata ogni anno da migliaia di turisti. I primi murales avevano un forte carattere politico e sociale, affrontavano temi come la lotta di classe, le ingiustizie, l’oppressione e la speranza di riscatto. Le opere non nascevano da un solo artista, ma erano il risultato di un lavoro collettivo, guidato da un “mastro” esperto. Questo approccio ha reso ogni murale una voce corale della comunità, capace di dare forma e colore a pensieri e sentimenti condivisi.
Una figura centrale nello sviluppo del muralismo sardo è il professor Francesco Del Casino, senese di origine ma profondamente legato alla Sardegna. Nel 1975, in occasione del 30º anniversario della Liberazione, diede nuova linfa al movimento, coinvolgendo i suoi studenti nella creazione di nuovi murales. Da quel momento, l’arte muraria esplose letteralmente, con numerosi comuni sardi che iniziarono a commissionare opere ad artisti locali e internazionali per arricchire le facciate delle loro abitazioni.
Col passare del tempo, i temi trattati si sono moltiplicati: accanto alla denuncia sociale sono comparsi racconti di vita quotidiana, omaggi alle tradizioni popolari, scene agricole e pastorali, rappresentazioni delle bellezze naturali e della cultura sarda. Anche gli stili pittorici si sono evoluti, spaziando dal naif al realismo, dall’impressionismo all’espressione più infantile e sperimentale. La tecnica più utilizzata è una pittura ad acqua per interni, ma ciò che conta davvero è il messaggio, il legame viscerale tra l’opera, il territorio e la sua gente.
Se in passato molte opere andavano perdute per il rapido deterioramento, oggi il loro valore artistico è riconosciuto e la tendenza è cambiata: i murales vengono restaurati e preservati con cura, considerati ormai parte integrante del patrimonio culturale sardo. In un mondo che cambia velocemente, queste pitture restano ferme a testimoniare ciò che è stato e ciò che ancora resiste, rendendo ogni angolo dipinto un punto di osservazione sulla storia sociale dell’isola.
Visitare la Sardegna non significa solo godere del mare cristallino o delle montagne aspre: significa anche lasciarsi guidare dai colori dei suoi murales, che da più di cinquant’anni raccontano, con intensità e poesia, le mille sfaccettature di un popolo orgoglioso e fiero. Per chi ama l’arte, la storia e le tradizioni, i murales rappresentano un motivo in più – e non secondario – per esplorare questa terra incredibile.

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