Ieri Vistanet ha raccontato della divisioni interne al PD di Assemini determinate dalla scelta di una parte del partito di proporre un’alleanza a Proposta Civica. La parte del partito che non condivide questa scelta sostiene che sia il primo passo verso la formazione di un’unica grande formazione che mira a proporre un unico candidato da contrapporre alla candidata sindaca del M5S Sabrina Licheri. Ma Matteo Venturelli, segretario di Proposta Civica replica alle affermazioni di Simone Rivano segretario del circolo PD Velio Spano che ieri dichiarava: «Noi pensiamo che un’alleanza con Tonio Scano avrà come conseguenza la costituzione di un’unica grande lista che equivale a costruire un’unica grande sconfitta. Non vogliamo tradire gli ideali degli elettori di sinistra con il tutti contro uno, preferiamo puntare sul rinnovamento e sulla coerenza». Questa la replica di Matteo Venturelli:

«Abbiamo appreso dalla stampa di un presunto protagonismo della nostra associazione e del suo leader finalizzato ad organizzare e guidare una grande coalizione contro il M5s per le prossime elezioni amministrative. Trattasi di valutazioni pubbliche espresse da figure rappresentative del Partito democratico asseminese. Ringraziamo per le attenzioni dimostrate, ma precisiamo che nulla di quanto da loro liberamente e frettolosamente espresso risulta corrispondente al vero.

Proposta Civica lavora ad un progetto strategico di sviluppo e ad un programma, finalizzato a ricostruire un tessuto sociale cognitivo in grado di contribuire a tracciare un percorso di cambiamento organico. Riteniamo che l’ipotesi della grande coalizione contro il M5s, da loro prospettata, non sia la strada da perseguire, mentre auspichiamo un sano e costruttivo confronto per risolvere i problemi esistenti ed anticipare quelli latenti. Inoltre, noi non lavoriamo contro qualcuno o qualcosa, ma per Assemini e le sue prospettive di crescita e sviluppo.

Invitiamo il Pd a non scaricare su di noi le loro dichiarate divisioni ed auspichiamo che possano trovare forza e coraggio per superare i loro atavici dissapori e rivolgere le loro attenzioni ai bisogni dei cittadini e delle imprese. Buon lavoro!».

Maxi operazione della Polizia di Stato contro la pedofilia online, con perquisizioni e arresti in diverse regioni italiane. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Firenze, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 17 persone e all’arresto di quattro uomini, due dei quali in Sardegna e due nel Lazio, per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico.

L’attività investigativa è stata condotta dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica per la Toscana ed è scaturita dall’analisi di un dispositivo informatico sequestrato nel corso di una precedente operazione di contrasto ai reati sessuali online. Da quell’esame è emersa l’esistenza di una rete di utenti attivi nello scambio di contenuti illeciti, consentendo agli investigatori di localizzare in Italia 17 profili ritenuti coinvolti.

Per mesi, i poliziotti hanno monitorato le attività digitali dei soggetti sospettati, accertando che scaricavano e, in alcuni casi, condividevano immagini e video raffiguranti abusi su minori attraverso applicazioni di messaggistica istantanea. Gli approfondimenti successivi hanno permesso di risalire alle identità degli utenti: tutti uomini di età compresa tra i 20 e i 70 anni, residenti in varie regioni del Paese, alcuni dei quali già noti alle forze dell’ordine per precedenti specifici.

Sulla base degli elementi raccolti, la Procura di Firenze ha disposto i decreti di perquisizione, eseguiti con un imponente spiegamento di forze: oltre 50 operatori della Polizia Postale impegnati in Toscana, Sardegna, Lombardia, Campania, Sicilia, Lazio, Piemonte e Veneto, sotto il coordinamento del Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online (Cncpo).

Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati decine di migliaia di file di pornografia minorile, in alcuni casi archiviati e catalogati con estrema precisione. L’ingente quantità di materiale rinvenuto ha fatto scattare l’arresto in flagranza per quattro indagati. Gli altri sono stati denunciati a piede libero, ad eccezione di tre soggetti risultati al momento irreperibili.