La Sardegna piange oggi l’ultima vittima della strada, Alberto Riccaboni, ventenne di Iglesias vittima del bruttissimo incidente stradale ieri mattina sulla 126. Alberto aveva una grande passione, il pallone e giocava nell’under 21 del Gonnesa Calcio a 5.
Proprio dopo la sua ultima partita, disputata ieri mattina a Cagliari contro i pari età del Futsal Villanova, e dalla quale stava rientrando insieme a tre compagni di squadra, Alberto, purtroppo, si è trovato un tragico destino davanti.
Tra i più scossi dopo la tragedia, oltre alla famiglia, ai suoi compagni di squadra e alla società, ci sono anche i ragazzi del Futsal Villanova, gli ultimi avversari di Alberto. Il loro allenatore, Stefano Cabras, che è anche collaboratore editoriale di Vistanet, ha voluto esprimere tutta la solidarietà e dei suoi ragazzi nei confronti del loro ultimo avversario, Alberto, un ragazzone alto e di talento che in campo, con il suo numero 8, dava sempre il massimo di sé stesso.
Futsal Villanova – Gonnesa Calcio a 5
di Stefano Cabras
«Cartellino rosso. E chi se lo aspettava, che tutto sarebbe finito così. La tua ultima partita, caro Alberto, la tua ultima volta in un campo. Il vero cartellino rosso – non quello che l’arbitro ti ha mostrato ieri in campo – te l’ha sventolato sotto il naso il destino, in un terribile mezzogiorno di fuoco, tra lamiere inferocite e asfalto impazzito.
Tornavi da una partita di pallone, la cosa più semplice e più naturale che possa esistere nel mondo. Tornavi tu, insieme ai tuoi compagni, che la morte l’hanno soltanto sfiorata, e ora sono qui, chiamati all’arduo compito di doversi leccare le ferite all’ombra del tuo ricordo. È difficile, caro Alberto, spiegarti cosa significa perdere un compagno di squadra. Ne sanno qualcosa i calciatori della Fiorentina, quelli del Tours, quelli tuoi. Io che ti dedico queste due righe non l’ho mai provato prima, ma credo non ci siano sufficienti parole per poter descrivere il dolore che provo soltanto a immaginare una cosa di questo tipo.
Futsal Villanova – Gonnesa Calcio a 5. Immagina di gioco (con il numero 8 Alberto Riccaboni
I miei ragazzi sono stati i penultimi tuoi avversari ieri; contro di loro hai combattuto, hai litigato, hai vinto. Proprio come succede sempre nei campi in cui si gioca a pallone. E poi quel viaggio in macchina, per tornare a casa, quella casa che invece non hai mai più rivisto. Il tuo ultimo avversario, è stata la vita. E anche contro di lei hai combattuto, con le unghie e con i denti, con la forza che solo un ragazzo di 20 anni può avere, facendo a sportellate per un giorno intero. Ma stavolta hai perso. Hai perso la partita più importante Alberto, e tutti noi abbiamo perso insieme a te. Tutti noi che maciniamo chilometri, stretti stretti in macchina come sardine stipate in una scatoletta di latta, a parlare di come è andata la partita, a parlare di cosa sarebbe stato meglio fare, a gioire per una vittoria o a mangiarci le unghie per una sconfitta. Per tutti noi, che inseguiamo quel pallone con la stessa gioia e la stessa passione che avevamo quando ancora eravamo bambini, per tutti noi che la domenica mattina ci svegliamo presto e mangiamo leggeri, per essere leggeri anche in campo.
Sei andato via tu, ma poteva essere ognuno di noi. Sei andato via tu e non te lo meritavi, come non se lo merita mai nessuno, mai nessuno di tutti noi. Il calcio e lo sport ti danno e ti tolgono, e oggi ci hanno tolto te. Fai buon viaggio, piccolo Alberto, i tuoi compagni giocheranno ancora, lo faranno per te, lo faranno con te. Fai buon viaggio, piccolo Alberto, trova il tempo per riposare da quest’ultima battaglia che ti ha visto uscire sconfitto. Hai lottato, come facevi anche in campo, e a noi sportivi, per rendere meno amara una sconfitta, ci piace dire una frase semplice, pura, chiara come la luce del sole: non c’è sconfitta nel cuor di chi lotta. Noi tutti, da qua giù, inseguiremo quel pallone anche per te. Fai buon viaggio, piccolo Alberto».
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