Sport e integrazione: migranti e calciatori sardi insieme in campo per dare un calcio al razzismo
80 giovani richiedenti protezione internazionale, giunti dai centri di accoglienza di Villanovaforru, Sassari, Quartu, Norbello, Portoscuso, Villasor, Sarroch, Sanluri, Villacidro, Iglesias e San Nicolò Gerrei si sono confrontati, sui campi del Centro Federale Sa Rodia, a Oristano, con i calciatori
80 giovani richiedenti protezione internazionale, giunti dai centri di accoglienza di Villanovaforru, Sassari, Quartu, Norbello, Portoscuso, Villasor, Sarroch, Sanluri, Villacidro, Iglesias e San Nicolò Gerrei si sono confrontati, sui campi del Centro Federale Sa Rodia, a Oristano, con i calciatori sardi delle rappresentanze regionali (under 15, 17 e 19) che si preparano alle prossime competizioni nazionali.
L’evento è stato promosso dalla Regione e dalla Figc Sardegna. Erano presenti l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu e il presidente del Comitato regionale della Federazione Gianni Cadoni. Per il 2018 sono previste altre giornate di integrazione tramite lo sport che, grazie alla collaborazione del CONI Sardegna, non riguarderanno solo il calcio ma anche l’atletica leggera. Nel prossimo mese di marzo sono previsti altri due eventi in programma nel Centro Federale di Oristano e allo stadio Amsicora, a Cagliari.
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Chico Forti torna in Italia, Zuncheddu: “Molto felice per lui, deluso dalle istituzioni”
Zuncheddu non ha nascosto la sua delusione sulla differenza di trattamento a lui riservato dalle istituzioni.
Beniamino Zuncheddu ha commentato la notizia del rientro in Italia di Chico Forti.
“Beniamino Zuncheddu ha a cuore la sorte e i diritti di tutti i detenuti, quindi è molto felice che Enrico Forti abbia ottenuto di scontare la sua condanna in Italia e che le istituzioni si siano prodigate per favorire che ciò accadesse” ha detto il suo avvocato Mauro Trogu.
“Non nasconde però la sua delusione per essere stato totalmente ignorato da quelle stesse istituzioni che sembrano guardare più a ciò che accade nei tribunali esteri che non a come viene amministrata la giustizia in Italia, e non si sono accorte della sua assoluzione con formula piena (per non aver commesso il fatto) dopo quasi 33 anni di carcerazione” ha poi aggiunto il legale.
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