(VIDEO) “Strays”, l’ultimo bellissimo video di Moses Concas girato tra Cagliari e Barcellona

«Lasciate che vi porti a fare un giro per le strade», così Moses Concas presenta ai suoi fan il suo ultimo video girato tra Cagliari e Barcellona. Ancora una prova del grande talento quartese vincitore nel 2016 di Italia’s Got
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«Lasciate che vi porti a fare un giro per le strade», così Moses Concas presenta ai suoi fan il suo ultimo video girato tra Cagliari e Barcellona.
Ancora una prova del grande talento quartese vincitore nel 2016 di Italia’s Got Talent e capace con la sua armonica di emozionare, coinvolgere e trascinare il pubblico.
Lasciate che vi porti a fare un giro per le strade..-Let me bring you for a walk through the streets..Soundtrack: StraysAvailable on Physical copy – Strays – CD Digipack (9 Tracks Album) :https://moses-production.myshopify.com/products/strays-cd-album(Worldwide Shipment)Digital Copy:iTunes Link: https://itunes.apple.com/ca/album/str…Spotify: https://open.spotify.com/track/2kwdpK…Soundcloud: https://soundcloud.com/moses_concasand all the other major platform..Youtube Channel: https://www.youtube.com/channel/UCpc3yWIRxbE8QY5cgMPihpQ_______________A big thanks for this video to my wonderful wife Silvia, my friends James, Rich, Valentina, Enzo, Jassine and all the people gave me their support and love to make it happen..Harmonicas sponsored by Lee Oskar HarmonicasEngineered by Piergiorgio BoiLabel: Moses Productions LondonMusic Written by: Moses Concas#mosesconcas #harmonica #beatbox #livelooping #improvisation #streetart #cagliari #sardinia #musicfromthestreet #barcelona #leeoskarharmonicas #bossrc300 #strays
Posted by Moses Concas on Monday, 19 February 2018
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Un borgo sardo fu fondato da contadini veneti ed esuli istriani in fuga dalla Jugoslavia: sapete quale?

Chi si salvò dalle famigerate foibe - le cavità tipiche delle Alpi carsiche dove i partigiani di Tito erano soliti gettare i corpi delle persone uccise - cercò il suo spaziò un po' ovunque in Italia e nel mondo.
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Via Pola, via Istria, via Fiume, via Dalmazia e Chiesa di San Marco. Passeggiando per le vie di Fertilia, a pochi chilometri da Alghero, la toponomastica ci ricorda che siamo in Sardegna, ma siamo anche un po’ più a est, al di là di Trieste, in quella terra che smise di essere italiana – e solo politicamente – dopo la Seconda Guerra Mondiale. Dal febbraio del 1947, quando il Trattato di Parigi assegnò Istria, Fiume e Zara alla Jugoslavia, iniziò l’esodo di tanti italiani verso ovest, in fuga dalle rappresaglie delle truppe partigiane di Tito. Alcuni di loro giunsero in Sardegna, a Fertilia per la precisione.
Furono migliaia le persone uccise e gettate nelle foibe dalle rappresaglie titine tra il 1943 e il 1947. Chi si salvò dalle famigerate foibe – le cavità tipiche delle Alpi carsiche dove i partigiani di Tito erano soliti gettare i corpi delle persone uccise – cercò il suo spaziò un po’ ovunque in Italia e nel mondo.
A pochi chilometri dalla bella città catalana di Alghero, sorgeva un piccolo agglomerato di case fondato nel 1936 da Mussolini e denominato Fertilia. Alcune decine di istriani viaggiarono per mare, dal chiuso e accogliente Mare Adriatico fino al tempestoso e lunatico Mare di Sardegna. Chissà cosa pensarono una volta avvistati i faraglioni e le coste frastagliate di Porto Conte. Guidati da un prete, costruirono prima un campanile simile a quello di Piazza San Marco a Venezia, poi le case e infine le scuole. Da pescatori millenari, iniziarono a raccogliere quello che offriva il mare, per poi scoprire quanto quel mare fosse diverso e più insidioso dall’Adriatico. Fu soprattutto la terra, fertile e produttiva in quell’area dopo essere stata bonificata, a dare loro da vivere.
Sorbendo un caffè da Sbisa’, un bar del centro di fondazione giuliana, è ancora possibile di tanto in tanto sentire qualcuno parlare in istriano. E su una alta stele di marmo che guarda il mare si può leggere la scritta: «Qui nel 1947 la Sardegna accolse fraternamente gli esuli dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia». Furono anni non facili per gente in fuga dall’orrore e in cerca di integrazione tra i sardi e gli immigrati di origine ferrarese che popolarono Fertilia in cerca di terra da coltivare dopo le bonifiche.

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