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Roberto Zanda: “Non sono preoccupato. Continuerò anche con delle protesi”

Roberto Zanda nell'ospedale dello Yukon

Roberto Zanda nell'ospedale dello Yukon

«Devo dire che non sono preoccupato, ho tanta roba da fare e non sono uno che aspetta di solito. Se devono amputare che si faccia, non saranno quattro protesi il problema, ma chi se ne frega». Con queste parole, degne di un leone ferito nel corpo ma non nello spirito, l’ultramaratoneta Roberto Zanda ha rassicurato tutti sul suo umore e sulle sue condizioni ringraziando quanti gli hanno espresso vicinanza e solidarietà in questi giorni.

«Grazie ai ragazzi del Cagliari Calcio – ha detto “Massiccione” – . Ho avuto questo inconveniente tecnico. Mani e piedi ancora al loro posto in attesa di arrivare al Panarini di Aosta dove una equipe di chirurghi vascolari mi attende. Purtroppo dopo 300 km è accaduto questo fatto, segnaletica o no, allucinazioni o no, ipotermia o no, spot, non spot, capanno o no, morale sono vivo e vegeto e spero di trovare due bei piedi che mi permettano di continuare a fare questa bella vita fatta di sport e resilienza. Grazie alla Montane che mi ha equipaggiato con abbigliamento tecnico di altissimo livello che mi ha sicuramente salvato la vita mentre sono stato 14 ore nella foresta. Intanto Yukon scambiamoci le bandiere poi si vedrà».

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