(FOTO) Carnevale in Sardegna: tutto pronto a Sinnai per “Is Cerbus” e le pariglie
Sinnai, la battuta di caccia de Is Cerbus – Fonte www.sardegnadigitallibrary.itNuovo giro sulla giostra del carnevale isolano: un turbinio di sfilate, maschere, pantomime e rappresentazioni che in Sardegna vanno in scena per celebrare il periodo più folle e divertente dell’anno, un vortice che, da qualche settimana, ci trascina alla scoperta
Nuovo giro sulla giostra del carnevale isolano: un turbinio di sfilate, maschere, pantomime e rappresentazioni che in Sardegna vanno in scena per celebrare il periodo più folle e divertente dell’anno, un vortice che, da qualche settimana, ci trascina alla scoperta delle manifestazioni carnevalesche più emozionanti dell’Isola. Tra gli innumerevoli volti del carnevale sardo, molti sono quelli antichi, espressione di folclore e tradizione, che si ripropongono ancora oggi nel rispetto di un arcaico passato. Tali volti si svelano soprattutto in Barbagia, dove Su Carrasegare (il carnevale) è spesso un evento solenne, esplosione di maschere cupe e demoniache, rappresentazioni rituali e danze ancestrali. Tuttavia, l’entroterra isolano non è l’unico a sfoggiare quello che si afferma come un carnevale tradizionale, al contrario. Riti propiziatori, inscenati in onore di quell’inevitabile passaggio di morte e rinascita, si ritrovano anche nel Campidano. È il caso di Sinnai, in provincia di Cagliari, dove il carnevale offre un’atmosfera magica e rituale.
A Sinnai, il carnevale – noto anche come su “Cranovali Sinniesu” – è un momento molto atteso e sentito dalla comunità locale e altrettanto condiviso da quelle limitrofe che qui giungono per assistere ad un’antica pantomima dal carattere propiziatorio, rimasta immutata nei secoli e legata alla rappresentazione di alcuni momenti della caccia, primaria attività delle arcaiche civiltà tribali e simbolo del dominio dell’uomo sulla natura e sul mondo animale: qui va in scena una vera e propria battuta di caccia, in cui cervi, ma anche cinghiali e mufloni, corrono per salvarsi, fuggendo dai battitori, dai cani e dai cacciatori.

Sinnai, le maschere tradizionali del carnevale – Fonte assesorato al Turismo, Comune di Sinnai, pg FB
Anticamente, in questo caratteristico centro del Campidano, il carnevale era “su segàrepezza”, letteralmente “tagliare la carne”, in riferimento alla consuetudine di un consumo abbondante di carne durante tale ricorrenza, e i festeggiamenti entravano nel vivo il giovedì grasso, “sa giobia de lardajolu”, con “is mascheras de cuaddu”, la corsa dei puledri attraverso le vie del paese. Il momento più celebre e atteso de su “Cranovali Sinniesu”, però, si svolgeva il lunedì grasso, proprio con l’allegorica rappresentazione di una battuta di caccia grossa ai cervi, un momento suggestivo e coinvolgente, capace di attirare un nutrito pubblico, proveniente anche dai paesi vicini.
Oggi come allora, protagonisti di questa affascinante pantomima sono “Is Cerbus” (o Is Xrebus), ossia i cervi, che, bramendo e creando scompiglio, incedono per le vie del paese, tentando di fuggire alla loro inevitabile sorte, quella di preda. “Is Cerbus”, uomini mascherati con pelli e corna di cervo, corrono, imitando il verso dell’animale che rappresentano, e fuggono da “Is Canaxus”, i battitori, vestiti con abiti da montagna, “sa best’e peddi”, e con il volto celato da una maschera o annerito dalla fuliggine. Durante la battuta di caccia, “Is Canaxus”, con urla e schiamazzi, tentano di radunare le loro prede in un unico punto. Ad aiutarli sono “Is Canis”, ossia i cani, che setacciano il borgo alla ricerca de “Is Cerbus”, con il compito di stanarli e di spingerli verso “Is Cassadoris”, i cacciatori, appostati nelle vie del centro. Talvolta animali veri, “Is Canis” sono spesso impersonati da uomini travestiti con sacchi di iuta, indossati a testa in giù e con gli angoli legati in modo da simulare le orecchie del segugio. Alla pantomima partecipano anche altre figure, quali “Sirbonis” e “Muvras”, rispettivamente cinghiali e mufloni, anch’essi prede della battuta di caccia. Spinti verso la posta, “Cerbus”, “Sirbonis” e “Muvras” saranno, infine, “abbattuti” dai propri aguzzini, in un rito che celebra la supremazia dell’uomo sull’animale e che si conclude festeggiando con danze e frittelle.
La rappresentazione de “Is Cerbus” ha origini precristiane arcaiche che si perdono nella notte dei tempi, derivanti probabilmente dai rituali propiziatori che in antichità si svolgevano per favorire una buona caccia. Rilevanti cenni scritti su tale tradizione ancestrale giungono a noi dal XVIII secolo, ma è solo grazie a piccoli gruppi spontanei che tale rituale si è conservato intatto. Oggi, le maschere della tradizione sinnaese rivivono grazie all’Associazione culturale “Is Cerbus”, nata nel 2007 con lo scopo di conservare e divulgare la tradizione carnevalesca di questo paese del Campidano.
Anche a Sinnai, quindi, come in numerosi paesi dell’entroterra barbaricino, va in scena una festa all’insegna del folclore e della tradizione, una festa genuina in cui non mancano, però, satira ed ironia, celebrata per ridicolizzare e scongiurare le fatiche della vita. Anticamente, infatti, la pantomima de “Is Cerbus” serviva anche per schernire gli appassionati di caccia poco esperti e, altresì, per sbeffeggiare gli uomini infelici a causa di problemi coniugali. Tale evento si celebrava con lo scoppio dei petardi, fiaccole, chitarre e il lancio di “semini de stoia”.
Non solo cervi e battute di caccia, però. Altro emozionante e irriverente momento de su “Cranovali Sinniesu” va in scena la prima domenica di Quaresima ed è caratterizzato dalle spettacolari acrobazie a cavallo, le corse a pariglia. In piedi su velocissimi cavalli lanciati al galoppo, gruppi di due o tre pariglianti si esibiscono in acrobatiche evoluzioni, incantando la folla partecipante. Anticamente, i cavalieri mascherati davano prova della loro capacità, “svestendosi” durante il percorso: tenendo la briglia stretta in bocca e liberando la sella, solo i più abili riuscivano totalmente nello spoglio del proprio costume. Alle corse a pariglia segue, poi, la consueta Pentolaccia a cavallo: sui propri destrieri, i cavalieri tenteranno di buttare giù delle pentole colme di sorprese e sospese ad un’asse tesa su due pali. In origine, ogni pentola conteneva zeppole, frutta, dolci, ma anche conigli, una coppia di colombi vivi e galletti; non mancavano, inoltre, scherzose sorprese, quali topolini e acqua.
Se volete vivere il magico “Cranovali Sinniesu” e riscoprire le antiche tradizioni locali, con la pantomima de Is Cerbus, le pariglie e la Pentolaccia a cavallo, l’appuntamento è per domenica 18 febbraio, tra la località Bellavista e piazza Sant’Isidoro.

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