Il volto della determinazione, l’intervista allo scalatore sardo Angelo Lobina

È diventato il mito di tante persone già da quando, un anno fa, portò in alto l’orgoglio sardo issando la bandiera dei Quattro Mori sulla cima più alta del mondo, quella del monte Everest. Allo scalatore sardo Angelo Lobina, in seguito
È diventato il mito di tante persone già da quando, un anno fa, portò in alto l’orgoglio sardo issando la bandiera dei Quattro Mori sulla cima più alta del mondo, quella del monte Everest. Allo scalatore sardo Angelo Lobina, in seguito a quella tappa, mancava una sola spunta per completare la lista del progetto Sardegna7Summits e il 13 gennaio 2018 è riuscito a coronare il suo sogno, conquistando la cima del Monte Vinson (4.892m) nel freddo Antartide. Lobina è ad oggi il primo sardo in assoluto ad aver concluso questa avvincente sfida.
Antartide 2018
Posted by Sardegna7Summits ASD on Thursday, 1 February 2018
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“Tutto tace, io no”: Martina Murenu denuncia il silenzio dopo la violenza subita negli USA

L’influencer sarda rompe il silenzio a un anno dall’aggressione: “Forse sarei dovuta morire per essere ascoltata”
Martina Murenu, influencer sarda seguita da oltre 100.000 persone su Instagram, ha pubblicato ieri un messaggio durissimo in cui torna a parlare della violenza sessuale subita un anno fa negli Stati Uniti. Con parole cariche di frustrazione e dolore, denuncia l’assenza di risposte concrete da parte delle autorità americane, nonostante – afferma – esistano prove evidenti.
“Sono incazzata, ma tanto. In primis per le risposte che mi diedero, per il fatto che hanno tutte le prove e nonostante questo il silenzio totale. Evidente ha pagato talmente tanto che gliel’hanno lasciata passare liscia.”
Dal novembre scorso, racconta Martina, nessun aggiornamento è arrivato da parte del detective incaricato. Dopo mesi di attesa e silenzio, ha deciso di scrivere direttamente al team forense, manifestando la propria esasperazione per l’inerzia e l’indifferenza che ha riscontrato.
“Non ho ricevuto una risposta da nessuno, trovo davvero ridicolo e triste che noi donne non siamo mai ascoltate e messe in discussione e che il carnefice sia l’unico protetto e a godersi la sua vita, con la possibilità che ci siano altre vittime ipotetiche. La mia vita è cambiata per sempre e tutto tace. Forse più per incompetenza e indifferenza.”
Ma è una frase, soprattutto, a colpire e a scuotere l’opinione pubblica: “Forse sarei dovuta morire per essere ascoltata.”
Un’affermazione cruda, che riflette il senso di abbandono e impotenza che molte vittime di violenza conoscono fin troppo bene. Martina non tace, e non ci sta a lasciare che la vicenda venga dimenticata o archiviata nel silenzio.
Il suo sfogo ha raccolto numerosi messaggi di solidarietà da parte dei follower, ma solleva anche interrogativi profondi sul funzionamento della giustizia, specialmente in casi in cui la vittima è una donna e il colpevole sembra avere coperture o risorse per sottrarsi alle responsabilità. “Che schifo!”, conclude Martina nel post. E con quelle due parole sintetizza una rabbia che non è solo sua, ma condivisa da tante altre persone che, come lei, cercano verità, giustizia e ascolto.
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