Quartucciu: il Comune cerca un operatore tecnico, manovale edile da assumere a tempo indeterminato. Di seguito, l’annuncio di lavoro.

“Profilo professionale e mansioni: operatore tecnico. Provvede al trasporto di persone, alla movimentazione di merci, alla ordinaria manutenzione dell’automezzo segnalando eventuali interventi di natura complessa. Provvede ad attività prevalentemente esecutive o di carattere tecnico manuali, comportanti anche gravosità o disagio ovvero uso e manutenzione ordinaria di strumenti ed arnesi di lavoro.

Qualifica professionale Manovale edile (cod. 8.4.2.1.0.10), CCNL applicato Regioni – Autonomie Locali, Livello inquadramento Categoria A – livello economico A1, Tipologia contrattuale Tempo indeterminato – Full Time (36 ore settimanali), Sede di lavoro Comune di Quartucciu,Trattamento economico tabellare € 1.359,55 lordo mensile, oltre all’indennità di comparto di € 32,40 Patente B in corso di validità.

Requisiti: possono partecipare alla selezione, nei termini e con modalità stabilite dal presente Avviso Pubblico, tutti i cittadini a prescindere dal CPI in cui sono registrati, dal domicilio e dalla residenza, che sono in possesso dei seguenti requisiti:

– Essere Disoccupati, che abbiano rilasciato la Dichiarazione di immediata disponibilità, ai sensi dell’art. 19 D.Lgs 150/2015;

– Occupati;

– Età non inferiore a 18 anni;

– In possesso dei requisiti generali di accesso al Pubblico Impiego;

– Titolo di studio: Assolvimento obbligo scolastico o licenza media inferiore ovvero licenza elementare se conseguita anteriormente all’entrata in vigore della Legge 1859 del 31/12/1962 ;

– Patente B

I requisiti devono essere posseduti alla data di apertura della Chiamata Modalità di presentazione della domanda. Gli interessati, in possesso dei suddetti requisiti, devono dichiarare la propria disponibilità presentandosi personalmente in orario di apertura al pubblico, presso il Centro per L’Impiego ( C.P.I. ) di appartenenza, e/o presso il C.P.I. di Quartu S.E. in via Bizet n. 27 Quartu S.E., dal 12/03/2018 al 16/03/2018.

Per Maggiori informazioni:

Avviso Pubblico (290.2 KiB) [file.pdf]

Determinazione N 143 Del 07-02-2018 (125.8 KiB) [file.pdf]

Domanda Di Avviamento A Selezione (113.9 KiB) [file.pdf]

Centro per l’impiego di Quartu S. Elena

Via Bizet Georges, 27 – 09045 Quartu S. Elena – tel. 070 836741- fax 070 881442 – email: [email protected]

Comuni di competenza: Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Selargius, Serdiana, Settimo San Pietro, Sinnai, Soleminis, Villasimius, Burcei, Maracalagonis, Dolianova, Donori.

Orari: dal Lunedi al Venerdi dalle ore 8.30 alle ore 11.30 –  Lunedi dalle ore 15.00 alle ore 17.00″.

C’è un angolo remoto della Sardegna dove la geologia incontra l’immaginazione popolare: è l’isola del Toro, il punto più meridionale dell’intera regione, una scheggia di terra vulcanica solitaria e affascinante, che emerge dalle acque 11 chilometri a sud di Sant’Antioco.

Il Toro, assieme a Vacca e Vitello, forma quella che viene chiamata, con un pizzico di ironia, la “triade bovina” dell’arcipelago sulcitano. Tre isole disabitate, rocciose e selvagge, che portano nomi da stalla ma raccontano una storia lunga milioni di anni. Ce la racconta il paleontologo Daniel Zoboli.

Dal punto di vista geologico, queste isole sono figlie del fuoco. Vacca e Vitello, come Sant’Antioco e San Pietro, risalgono al ciclo vulcanico eocenico-miocenico, che ha modellato questa parte della Sardegna fino a circa 15 milioni di anni fa. Ma l’Isola del Toro è qualcosa di diverso. È un “neck” vulcanico, ovvero il condotto centrale di un antico vulcano ormai eroso, formatosi durante un ciclo vulcanico più recente (tra Serravalliano e Pleistocene) che ha interessato varie aree dell’isola.

Le colate laviche che compongono il Toro, con una composizione tra il benmoreitico e il trachitico, sono state datate a 11,8 milioni di anni fa. Sono le prime tracce di un fenomeno che, nei millenni successivi, porterà alla formazione delle giare, del Monte Arci e del Montiferru, dando alla Sardegna alcune delle sue strutture geologiche più imponenti.

Con una superficie di appena 11 ettari e un’altitudine massima di 112 metri, il Toro si impone più per la sua posizione estrema e la sua origine profonda che per la sua estensione. Sospeso tra mare e magma, rappresenta non solo il limite fisico meridionale della Sardegna, ma anche un testimone immobile di una lunga storia vulcanica che ha scolpito il volto dell’isola.