Macomer, pestata a sangue dal compagno e lasciata a terra agonizzante: l’appello dell’associazione Onda Rosa

La storia di Martina Murgese è da far accapponare la pelle. Una vicenda di inaudita violenza nei confronti di una donna e del suo aguzzino, quello che per lei doveva essere una spalla, un compagno di vita. Intervistata dai giornalisti
La storia di Martina Murgese è da far accapponare la pelle. Una vicenda di inaudita violenza nei confronti di una donna e del suo aguzzino, quello che per lei doveva essere una spalla, un compagno di vita.
Intervistata dai giornalisti de La Nuova, la donna ha dichiarato: «Mi ha detto bevi l’acido muriatico o ti uccido, poi si è scagliato contro di me e mi ha colpito al viso con pesi da cinque chili stretti tra le mani». E lei ha scelto di far vedere a tutti la sua faccia, quella vera, della violenza sulle donne, Martina Murgese, la 40enne originaria di Milano costretta a bere acido muriatico e poi massacrata di botte venerdì scorso dal compagno Francesco Farci al termine di un litigio, nella loro casa di Macomer.
Nel pomeriggio di martedì 6 febbraio, il Gip del tribunale di Oristano ha convalidato l’arresto dell’uomo, il 44enne di Macomer accusato di tentato omicidio. L’uomo è ricoverato all’ospedale di Oristano per un malore avuto subito dopo i fatti.
L’Associazione Onda Rosa di Nuoro che tra le altre cose sostiene una Casa Rifugio del Centro Antiviolenza, tramite la presidentessa Luisanna Porcu, così ha dichiarato:
“Martina è una donna disabile al 100% per lesioni riportate a causa di violenze pregresse. Questa ulteriore violenza aggraverà la sua condizione di salute. Personalmente ho il “terrore” delle strumentalizzazioni giornalistiche, ma Martina chiede a noi il sostegno per incontrare tutti i giornalisti possibili. È un suo desiderio. E noi, anche se contrarie, la sosterremo in questo. Desidera che il Paese intero, a partire anche da lei, inizi finalmente ad interrogarsi sul fenomeno strutturale della violenza maschile su noi donne. Desidera politiche di libertà per tutte. A partire da lei. Desidera la massima condivisione soprattutto da quando ha saputo che l’avvocata di lui ha fatto una dichiarazione dove afferma che il suo “cliente è un soggetto debole”. Debole per chi? Non per cercare di ammazzare lei. E probabilmente convinto di averla ammazzata è andato a pranzo fuori lasciandola a terra con il cranio fratturato.
#MartinaSiamoTutte”.

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