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Cammino di Santa Barbara. Mezzo milione di euro dalla Regione per la valorizzazione

Antica ferrovia di miniera - Domusnovas

Un cammino che non ha nulla da invidiare al famoso cammino di Santiago di Compostela, protetto in questo caso non da un santo ma da una santa, Santa Barbara, protettrice dei minatori e dalla quale prende il nome. Riconosciuto ufficialmente dal Ministero fra i percorsi italiani, il Cammino minerario di Santa Barbara è un itinerario che attraversa la Sardegna sud- occidentale, fra miniere dismesse, villaggi fantasma e vecchie ferrovie, e le sue bellezze paesaggistiche: Sant’Antioco e il suo mare, le grotte di Is Zuddas, la foresta del Marganai, le dune di Piscinas. 400 chilometri per un cammino che la Regione Sardegna, con un finanziamento di mezzo milione di euro, sta provando a valorizzare.

Il progetto per la valorizzazione del Cammino di Santa Barbara è allo studio dal Centro regionale di Programmazione sta elaborando un progetto insieme alla Fondazione del Cammino di Santa Barbara e con il coinvolgimento di Carbosulcis, Forestas, Parco Geominerario e Igea. «Qui si cammina sulla terra più antica d’Italia, lungo un itinerario tra mare, monti, miniere, chiese e testimonianze uniche della millenaria epopea mineraria della Sardegna» ha ricordato l’assessore regionale alla Programmazione Raffaele Paci, a conclusione dell’assemblea dei soci della Fondazione, convocata oggi nella miniera di Monteponi a Iglesias. Della Fondazione Cammino Santa Barbara fanno parte 21 Comuni, la Diocesi e l’associazione Pozzo Sella,la prima ad aver rilanciato l’idea di valorizzare il Cammino.

«È un progetto a cui teniamo e su cui ci siamo impegnati al massimo – ha spiegato Paci  – perché crediamo moltissimo nelle sue potenzialità, che non è stato facile portare a compimento. Ci siamo riusciti, con il coinvolgimento di tutti gli assessorati interessati e grazie alla programmazione unitaria che mette insieme le competenze dei tanti assessorati coinvolti».

«Nei prossimi mesi – ha proseguito  – verranno realizzate le opere infrastrutturali per rendere fruibili tutti i 400 chilometri del percorso che racconta l’intera  storia del Sulcis, e tutti gli interventi saranno realizzati nel pieno rispetto dell’ambiente. È un cammino naturalistico e religioso così ampio e interessante che può attrarre decine di migliaia di turisti, ma anche qualsiasi investitore, e su questo insisteremo particolarmente perché si possano creare occasioni di nuova occupazione.  Non abbiamo solo miniere: abbiamo storia, religione, ambiente, archeologia industriale, letteratura. È un patrimonio fantastico – conclude Paci – che dobbiamo continuare a valorizzare al massimo per far conoscere al mondo il Sulcis e la  Sardegna».

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