Angelo Lobina, l’alpinista sardo che il 20 maggio 2017 con orgoglio ha conquistato la cima dell’Everest, è atterrato ieri sera in Antartide e sta per coronare il suo sogno scalando l’ultima delle vette più alte dei sette continenti.

Il progetto nominato Sardegna7summits, ha infatti come obiettivo quello di conquistare le sette cime più alte di ogni continente del mondo, e Lobina, attualmente a quota sei, si sta accingendo proprio questi giorni a scalare la settima, la vetta più alta dell’Antartide, il Monte Vinson, la cui cima (4.897 metri) è situata a circa 1.200 km dal Polo Sud.

L’Antartide è conosciuto per essere un territorio selvaggio, dove le leggi della natura valgono più di quelle dettate dall’uomo. Stiamo parlando di un’enorme distesa di ghiaccio incontaminata abitata solo da foche e pinguini.

Senza ombra di dubbio conquistare la cima del Monte Vinson non è un impresa semplice, Lobina stesso durante la sua intervista, parlando dei prossimi obiettivi, ci raccontava: «Una scalata molto impegnativa non per la quota ma perché è la terra dei ghiacci, una terra desolata dove non c’è vita. Fare 60 km di cammino significa portarsi appresso tutto il necessario per vivere con una slitta da trainare. Una logistica complicata, un’avventura al limite».

Il Monte Vinson è stato scalato per la prima volta nel 1966 e finora sono pochissimi gli italiani che possono vantare un successo del gener.  Si potrà seguire la spedizione di Lobina direttamente da casa cliccando su www.sardegna7summits.it, il sito che permetterà a tutti gli appassionati di poter tracciare la sua spedizione in tempo reale, attendendo con orgoglio il momento in cui verrà issata la bandiera dei Quattro Mori anche su questo territorio impervio ma incredibilmente affascinante.

Un bagliore accecante, poi un’esplosione che ha fatto tremare le fondamenta delle case. Quella che doveva essere una tipica ondata di maltempo si è trasformata, nel pomeriggio di ieri, in mezz’ora di autentico terrore per i cittadini di San Sperate. Un nubifragio violentissimo, accompagnato da una tempesta elettrica senza precedenti, ha colpito il centro abitato lasciando dietro di sé una scia di danni e grande spavento.

Foto di Torre Orrù

Il cuore dell’evento è stato la caduta di un fulmine a pochissima distanza dalle abitazioni, che ha centrato in pieno un palo della linea telefonica, spaccandone la cima. La scarica elettrica si è propagata istantaneamente nelle case adiacenti attraverso i cavi, trasformando gli elettrodomestici in potenziali pericoli.

Foto di Torre Orrù

“Mi sono trovato davanti a un bagliore immenso e a un’esplosione assordante”, racconta un residente ancora scosso. “Ero in veranda a recuperare la roba stesa sotto la grandine, ho fatto appena in tempo a chiudere tutto e staccare il salvavita”. Il bilancio dei danni materiali è pesante. Nelle abitazioni del vicinato, modem, computer e impianti elettrici sono saltati a catena. Particolarmente colpita una residente che ha visto andare in fumo due televisori, tra cui una Smart TV acquistata di recente, il modem e il PC.

Ma è sul piano umano che si è rischiato. Un giovane che abita accanto al luogo dell’impatto è stato scaraventato a terra dallo spostamento d’aria e dalla potenza dell’esplosione. Fortunatamente, per lui non ci sono state conseguenze fisiche gravi, ma solo un enorme shock. Per trenta minuti il paese è rimasto in balia degli elementi, con la grandine che sferzava le strade, e il bagliore dei fulmini che illuminava a giorno le stanze, seguito dai boati dei tuoni.