«Anche se allo stadio non si è sentito nulla sono sicuro che qualche cretino vicino al campo abbia gridato a Matuidi qualche insulto sul colore delle sua pelle». Così il presidente del Cagliari Tommaso Giulini ai microfoni di Radio Anch’io Sport, interviene sui presunti insulti razzisti denunciati dopo la partita di sabato alla Sardegna Arena dal centrocampista bianconero.

«Purtroppo si tratta di 3-4 cretini ma è giusto che il Cagliari si scusi col ragazzo,è intollerabile che nel 2018 si insulti qualcuno per il colore della sua pelle», ha aggiunto il numero uno del club rossoblù.

Blaise Matuidi, dopo il match disputato a Cagliari aveva denunciato con un post su Facebook di essere stato oggetto di insulti razzisti da parte di alcuni tifosi rossoblù. «Ho assistito a scene di razzismo durante la partita– ha scritto – Le persone deboli cercano di intimidire con odio. Io non riesco ad odiare e posso solo essere dispiaciuto per coloro che danno questi cattivi esempi. Il calcio è un modo per diffondere l’uguaglianza, la passione, l’ispirazione ed è per questo che sono qui. Pace»

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.