Le stanze del mistero nel cuore di Cagliari: un 2017 di successo per “Captivita”, la prima escape room della Sardegna
di Gianmarco Cossu Chiusi per un’ora in una stanza, da cui è possibile uscire solamente dopo avere risolto i vari enigmi, grazie alla forza della logica e della propria intelligenza. È l’escape room, il gioco del Duemila che ha conquistato
di Gianmarco Cossu
Chiusi per un’ora in una stanza, da cui è possibile uscire solamente dopo avere risolto i vari enigmi, grazie alla forza della logica e della propria intelligenza. È l’escape room, il gioco del Duemila che ha conquistato tanti ragazzi della Sardegna.
Il presidente dell’associazione culturale cagliaritana Captivita Tiziano Tunerani, dal luglio 2016 in via Sonnino 208, tira le somme e parla di diciassette mesi di successo, dopo avere ‘importato’ da Milano una realtà di cui non si conosceva niente: «Siamo il primo escape room dell’Isola. Abbiamo aperto due estati fa con la stanza Paranoia, a tema thriller e a media difficoltà, soggiorno abbandonato di un notaio della zona, per poi passare al Bunker militare della Seconda guerra mondiale, più elaborato e complesso. La novità dello scorso settembre è Sacrificium, una cripta cimiteriale a tema horror, più elaborata e tecnologica, con sistemi elettronici di ultima generazioni a ‘effetto magico’».
Tre stanze a tema diverso, insomma, per soddisfare gli escaper più esigenti. E benché sia un gioco, non sono solamente i giovanissimi a rimanerne affascinati, ma anche gli over 30, che non sanno resistere alla voglia di far lavorare il cervello in maniera divertente: «L’età degli appassionati varia – spiega Tiziano -. Vengono a giocare i ragazzini di quindici anni, così come il gruppo di settantenni. La media è tra i 25 e 35 anni. Insomma, un gioco che piace ai teenager, ma anche agli adulti che vogliono passare un’ora diversa, in coppia o in gruppo. Da qui, però, escono tutti soddisfatti e i complimenti che ci fanno lo dimostrano».
Il 2017 volge al termine e per Tunerani, innamoratosi più di due anni fa di questo ‘gioco di fuga’, è tempo di pensare all’anno che verrà: «Dopo la novità del Sacrificium, stiamo lavorando a vari progetti. Per i nostri giocatori ci saranno sorprese che li stupiranno. Puntiamo a un’evoluzione più articolata di un escape room, su cui dobbiamo definire i dettagli».
Nel corso dei mesi trascorsi, Tiziano ha visto escaper di ogni tipo e bastano pochi minuti per capire se ci si trova davanti qualcuno di talento o no. Naturalmente sono tanti gli episodi divertenti ed è nelle difficoltà del gioco che si riconoscono i migliori, anche in maniera inaspettata: «Un gruppo di escaper ha portato a giocare da noi, per la prima volta, la nonna quasi 80enne. Come è andata? Gli enigmi, li ha risolti la signora quasi tutti da sola e i nipoti non hanno fatto praticamente niente. Gli anziani hanno meno fretta dei giovani e ragionano con più lucidità».
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