Un tuffo nel passato remoto rossoblù. Ieri al Centro Coordinamento Cagliari Club, nel prepartita di Cagliari-Fiorentina, sono state esposte maglie storiche e memorabilia. Dalla maglia di Riva indossata al Sant’Elia in Coppa dei Campioni contro l’Atletico, a quella tutta nera di Reginato, dalla felpa della Nazionale di Rombo di Tuono, a quella di Martiradonna indossata in occasione della sua convocazione in Nazionale B.

La mostra, temporanea, ha ospitato un parte della grande collezione di Simone Gallus, il più grande collezionista del genere in Sardegna, con oltre duecento maglie storiche. Fra i pezzi pregiati esposti ieri, anche la maglia dell’Atletico Madrid del marcatore di Riva, Abelardo, nell’andata degli ottavi di Coppa Campioni al Sant’Elia, o la divisa da portiere di Colombo del 1963, che l’ex numero uno del Cagliari degli anni 60 fece autografare, qualche anno dopo, dai rossoblù campioni d’Italia.

Arrivata al rifugio “I Fratelli Minori” di Olbia, Saralina è uno scheletro con il cuore ancora pieno di voglia di vivere. I suoi occhi raccontano una storia fatta di abbandono, fame e silenzio, il silenzio di chi l’ha vista passare per strada e ha scelto di voltarsi dall’altra parte.

«È magra da far paura, sembra disegnata a matita – raccontano le volontarie – chissà da quanto tempo non mangiava. Quando l’abbiamo accolta, ci ha guardate come se non ci credesse. Come se non capisse cosa volesse dire essere finalmente al sicuro».

Le analisi hanno confermato la leishmaniosi e una grave anemia, ma per ora non è necessaria una trasfusione. I volontari si dicono sollevati, ma anche consapevoli che la strada per la ripresa sarà lunga.
«Ha già sofferto troppo. Non dovrebbe pagare lei il prezzo dell’indifferenza umana. Ma è viva, e questo per noi è già una battaglia vinta. Ora tocca a noi fare il resto».

Saralina è l’ennesimo simbolo di una società che anestetizza le emozioni e normalizza la crudeltà dell’abbandono. «L’indifferenza è la malattia peggiore. Nasconde la sofferenza sotto una coperta di silenzio. Ma noi quella coperta l’abbiamo tolta, e sotto c’era lei, una creatura stremata ma non piegata».

Da oggi Saralina ha un cuscino, una ciotola piena, cure veterinarie e braccia che la stringono. Ha una possibilità. «E se anche questa storia è un pugno nello stomaco, allora è il momento di svegliarsi. Perché Saralina merita più di uno sguardo pietoso: merita una nuova vita». Chiunque voglia aiutare Saralina può contattare la LIDA Sezione Olbia: 3334312878 – [email protected]

www.lidasezolbia.it/donazioni
Spedizioni: LIDA Sez. Olbia – Rifugio I Fratelli Minori, via Dei Cestai – 07026 Olbia (SS)
Codice Fiscale 5×1000: 01976050904