Cagliari, pericolo involuzione: Lopez deve lavorare sulla fase offensiva, se vuole salvarsi

L’involuzione è in atto, troppo visibile per essere falsa: il Cagliari ha smarrito se stesso ed ora sarà complicato uscirne. Non tira più, non attacca con convinzione, si difende troppo bassa e di conseguenza si fa schiacciare. Alessio Cragno fa
L’involuzione è in atto, troppo visibile per essere falsa: il Cagliari ha smarrito se stesso ed ora sarà complicato uscirne. Non tira più, non attacca con convinzione, si difende troppo bassa e di conseguenza si fa schiacciare. Alessio Cragno fa il possibile e l’impossibile per salvare la squadra, ma la sola fase difensiva non basta più. Se Diego Lopez vuole salvare se stesso e i rossoblù deve cambiare necessariamente marcia.
Nessuno si attendeva l’atteggiamento passivo ottenuto nella gara di ieri. La Fiorentina ha potuto attaccare con costanza, spesso affidandosi all’agire intestardito di Federico Chiesa – diventato decisivo con l’assist per la zampata di Babacar. Abbassandosi troppo, il Cagliari faceva fatica a respirare, a ragionare, a ripartire: più volte Barella ha perso palla dentro o leggermente fuori dall’area, più volte i difensori hanno sbrogliato con affanno situazioni pericolose, più volte né Ionita né Joao Pedro hanno saputo galoppare fuori dalla propria metà campo nel vano tentativo di imbastire qualche controffensiva con il solo Pavoletti davanti. Nulla è cambiato nemmeno nel secondo tempo quando con Diego Farìas il tecnico uruguayano ha cercato di dare maggiore pericolosità alla manovra, la squadra ha continuato a stare bassa e così il brasiliano si è trovato a predicare nel deserto, anticipato da Astori con una calma olimpica invidiabile. Quando è entrato Marco Sau ormai era troppo tardi per recuperare la gara pur mancando ancora parecchio alla fine, l’espulsione di Joao Pedro ha reso vana ogni velleità di rimonta.
Le scelte sono importanti, e se in passato vi è stata una critica comune era quella che vedeva Rastelli incapace di optare per una formazione iniziale precisa, continua e costante. La scelta di mettere Andrea Cossu davanti alla difesa ha costretto il Cagliari ha giocare in 10 tutto il primo tempo: il calcio si è evoluto mentre il fiato del trequartista ha cominciato ad accorciarsi, il pressing asfissiante di Badelj lo costretto ad eclissarsi prima che Lopez decidesse di avanzare il suo raggio d’azione per renderlo maggiormente utile. Purtroppo è rimasto lo strapotere fisico e tecnico dei giocatori viola, sempre pronti ad abbaiare su di lui appena prendesse palla. La sostituzione ad inizio secondo tempo non ha però migliorato le cose: se inserire una punta poteva aiutare la manovra offensiva, a quel punto i rossoblù si sono impoveriti a centrocampo, in una zona in cui sistematicamente la Fiorentina rimane in vantaggio. A quel punto Pavoletti e compagni non sono usciti più dal guscio fino all’ingresso di Faragò che ha donato gamba e i suoi soliti infidi cross, pur senza l’ausilio convinto dei compagni.
Se Lopez vuole salvare il Cagliari e salvare la sua panchina, deve evitare rischi come quelli di ieri sera e lavorare tanto sulla fase offensiva, ormai smarritasi. Poi a gennaio ci saranno le prime valutazioni sul mercato e qualche acquisto potrebbe aiutarlo a disporre i tasselli al punto giusto.

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