Buon compleanno a Papa Francesco. Oggi infatti il pontefice, eletto il 13 marzo 2013, compie 81 anni. 

Per lui è stata realizzata una torta speciale dallo street artist Maupal (al secolo Maurizio Pallotta, ndr) lo stesso che realizzò per le strade di Roma i famosi murales nei quali il Papa veniva ritratto come Superman o intento a giocare a tris, sorvegliato da una sua guardia. La torta ritrae il Papa come Atlante che regge il mondo, un mondo questa volta diviso e vistosamente “ricucito”, mentre con la mano sinistra tiene una valigia di “Valori”.

Tanti i messaggi di auguri che sta ricevendo il Papa, che sarà festeggiato dai fedeli arrivati in piazza San Pietro da tutto il mondo per l’Angelus domenicale. L’anno scorso, Francesco volle festeggiare il suo ottantesimo compleanno invitando a colazione a Casa Santa Marta alcuni senza tetto, ordinando anche che nelle mense dei poveri venisse servito un dolce di compleanno.

Secondo la tradizione sarda ( ma non solo) il pane messo al contrario sul tavolo da imbandire è portatore di disgrazia e comunica mancanza di rispetto nei confronti degli altri commensali. Sicuramente i vostri nonni, almeno una volta, vi avranno sgridati nel vedervelo fare, ma forse non vi hanno mai spiegato il perchè tenevano al fatto che il pane venisse messo in tavola nel verso giusto.

Le spiegazioni sono varie e affondano le radici nell’antichità.

La prima, quella che tutti probabilmente conoscono, è legata alla religione. Il pane da sempre simboleggia il corpo di Cristo e chiaramente non è cosa bella e gradita che lo si presenti capovolto.

Ma esiste un’altra spiegazione, storica, che affonda le radici nel Medio Evo e che dalla Francia, di bocca in bocca, potrebbe essere arrivata in Italia e poi in Sardegna.  Nel Quattrocento, infatti, quando purtroppo era molto in voga la pena di morte, i fornai del regno avevano una sorta di “codice” tra loro.

Il pane è sempre stato visto, come dicevamo, alla stregua di un alimento sacro e quando i fornai erano costretti a venderlo ai boia che tanto disprezzavano, lo facevano preparandolo di bassissima qualità e porgendolo capovolto agli aguzzini. Si dice che fu per questo che il monarca Carlo VII escogitò la soluzione di far lavorare i boia incappucciati, così da non essere riconosciuti.