In Austria l’estrema destra vuole riportare la sigaretta nei ristoranti: scandalo o libertà?
In Austria, fumare sta per diventare un’esternazione di destra. Di estrema destra. La coalizione di governo che si sta formando, tra i Popolari dell’Övp e i nazionalisti dell’Fpö, ha raggiunto un accordo per bloccare la legge già votata secondo la
In Austria, fumare sta per diventare un’esternazione di destra. Di estrema destra. La coalizione di governo che si sta formando, tra i Popolari dell’Övp e i nazionalisti dell’Fpö, ha raggiunto un accordo per bloccare la legge già votata secondo la quale dal prossimo maggio in tutto il Paese non si sarebbe più potuto accendere una sigaretta al ristorante o al bar.
Come riporta il Corriere, è probabilmente la prima volta che un governo occidentale rovescia la tendenza dominante al divieto di fumo nei locali pubblici (e non solo in quelli). A volerla come una delle condizioni dell’alleanza è stato il partito anti-immigrati, spesso accusato di xenofobia, Fpö: che si definisce della Libertà e in questo caso l’ha voluta affermare opponendosi – dice – all’idea di Stato paternalista.
Il regime di totale restrizione previsto dal precedente governo sarà bloccato a tempo indeterminato. Si torna alla possibilità di fumare nei ristoranti, in sale separate da quelle in cui il divieto persiste. E si dovrebbe affermare quello che è conosciuto come «Modello Berlino». Cioè che nei locali pubblici troppo piccoli per avere almeno due stanze, inferiori a 75 metri quadrati, si può semplicemente e liberamente fumare. In questi bar non potranno però entrare i minori di 18 anni: il divieto di fumo (anche passivo, si direbbe) viene infatti alzato di due anni rispetto ai 16 di oggi. E viene anche esteso a chi viaggia in automobili che trasportano un minore: norma piuttosto difficile da fare applicare ma ad effetto.
Nel 2015, la morte per un cancro al polmone di un famoso giornalista e fumatore, Kurt Kuch, aveva sollevato un grande dibattito che si era concluso con la decisione del governo di Grande Coalizione di vietare il tabacco in ogni genere di ristorante e bar, dal prossimo maggio. Ora, questa decisione verrà revocata. Molti medici si sono detti scandalizzati della decisione del futuro governo nero-blu. E lo stesso vale per i socialdemocratici che andranno all’opposizione (per altri motivi) e che ricorreranno contro la decisione per vie legali. Secondo l’Ocse, gli unici Paesi europei in cui non esiste un regime di divieto di fumo rigido in bar e ristoranti sono la Grecia e l’Ungheria. Ora si aggiunge l’Austria.
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Caos nel carcere di Bancali: detenuto per terrorismo aggredisce due agenti e li minaccia di morte
Il detenuto "già noto alle cronache penitenziarie per il suo fondamentalismo islamico e per essere stato protagonista di molti eventi critici durante la detenzione", denuncia Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe.
“Questa mattina, un detenuto, già protagonista di eventi critici in carcere – fa sapere Antonio Cannas, delegato per la Sardegna del SAPPE – ha aggredito due Agenti di Polizia addetti alla sorveglianza, ai quali va tutta la nostra solidarietà. I due, colpiti da calci e pugni in maniera proditoria dall’uomo, sono stati poi sottoposti alle cure mediche ospedaliere. Dopo attimi di paura solo grazie alla scaltrezza e professionalità dei poliziotti in servizio, è stato scongiurato il peggio”.
“L’uomo”, aggiunge il sindacalista, “detenuto ristretto ad Alta sicurezza 2 in quanto a rischio radicalizzazione islamica, dopo essere uscito dalla cella per effettuare una telefonata una cella, non voleva farvi rientro perché, a suo dire, aveva bisogno di un bastone per supporto. Nonostante i colleghi lo hanno aiutato in tutti i modi, anche facendolo parlare con l’addetta alla mediazione culturale, prima ha scagliato contro i poliziotti dei liquidi malsani contenuti in un bicchiere di plastica, poi li ha minacciati di morte fino a scagliarsi fisicamente contro di loro, colpendoli al visto, al collo, al ginocchio, al polso, alla spalla”. “Purtroppo, nel carcere di Bancali, negli ultimi mesi – conclude Cannas – continuano ad essere destinati prevalentemente detenuti che, negli istituti di provenienza, pare si siano resi promotori di eventi simili. Si tratta di soggetti di difficile gestione, tanti affetti anche da problemi psichiatrici”.
Il detenuto “già noto alle cronache penitenziarie per il suo fondamentalismo islamico e per essere stato protagonista di molti eventi critici durante la detenzione”, denuncia Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe, “ha aggredito senza una ragione e vigliaccamente il poliziotto penitenziario di servizio. Tutto questo non è più tollerabile. Non è possibile che il personale vada a lavorare per guadagnarsi da vivere e torni a casa con la testa, le braccia o le gambe rotte. Ormai, nelle carceri, si rischia la vita tutti i giorni, a causa del disastro causato negli ultimi anni passati da riforme folli, volute da ideologi che non hanno mai avuto a cuore la sicurezza del personale e dell’intero sistema penitenziario”.
“E’ necessario chiudere in sezioni diverse i detenuti facinorosi e ridurre le ore di apertura al minimo previsto”, conclude Capece, “fino a quando gli stessi non maturano la consapevolezza del rispetto delle regole”.
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